Integrazione di Rom, Sinti e Caminanti: entro dicembre rinnovo piano d’azione locale
“Riprendiamo un percorso che è iniziato circa due anni fa e non si è mai interrotto”. Così l’assessora comunale al Welfare, Francesca Bottalico, ha dato il via, questa mattina, al tavolo di lavoro per l’aggiornamento del Piano di Azione Locale (PAL) per favorire l’integrazione delle comunità Rom, Sinti e Camminanti.
Bari è stata la seconda città in Italia a dotarsi di questo strumento, che ora sarà integrato grazie agli “Interventi pilota per la creazione di tavoli e network di stakeholder coinvolti a diverso titolo con le comunità RSC, Rom Sinti e Camminanti, al fine di favorire la partecipazione dei Rom alla vita sociale, politica economica e civica”, progetto promosso dall’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali.
L’obiettivo è riuscire a creare una rete tra le 8 città metropolitane coinvolte (oltre a Bari ci sono infatti Messina, Catania, Genova, Cagliari, Milano, Napoli e Roma) su questo tema.
Un tema estremamente complesso, sul quale si sta lavorando già da un anno grazie al coinvolgimento di numerosi professionisti dalle diverse competenze.
Nel corso del 2020, il Tavolo di Lavoro si riunirà mensilmente, affrontando temi di specifico interesse: scuola (11 febbraio c/o Urban Center), sanità (17 marzo c/o Urban Center), lavoro (21 aprile c/o Urban Center) e abitazione (19 maggio c/o la sede del Consolato di Romania).
Tra le attività promosse, è prevista la somministrazione di un questionario per la rilevazione dei bisogni delle persone presenti nei campi della città, di cui uno autorizzato e uno tollerato.
Il primo è quello di Santa Teresa, a Japigia, che esiste dal 2000 e oggi ospita 151 persone, il 25% delle quali minorenni. Il secondo è quello di Santa Candida, fra i quartieri Poggiofranco e Carbonara. Esiste dal 2002 e ospita 62 persone, per lo più cittadini romeni e bulgari. I minori rappresentano il 30% del totale.
In tutto a Bari ci sono circa 250 Rom di nazionalità romena e altri 70 provenienti dall’ex Jugoslavia.
Le azioni progettuali si concluderanno a dicembre 2020 con la redazione di un documento condiviso che integrerà il PAL già esistente, promuovendo il coinvolgimento delle Comunità RSC nella vita sociale, economica e culturale del territorio nel quale vivono.
“Oggi – ha detto la Bottalico – si riavvia il tavolo di azione istituzionale territoriale, che coinvolge più di 20 realtà tra pubblico e privato, comprese le stesse comunità rom, e che vedrà per quest’anno un percorso di interventi centrato sui bisogni individuali delle famiglie, attraverso la somministrazione di questionari e la realizzazione di interviste in loco, e sul patrimonio di esperienze e modelli realizzati in questi anni in rete con le scuole, il consolato, le associazioni di volontariato, il Tribunale e il dipartimento di Giustizia minorile, i medici volontari, i centri del welfare e la Asl”.
In questi anni, infatti, i minori coinvolti nei percorsi di prevenzione socio-sanitaria e vaccinale attivati con il supporto dell’Asl, e nei percorsi di inserimento socio-scolastico, che hanno previsto anche il sostegno alla genitorialità, sono stati circa 60 tra neonati, bambini e bambine in età pre scolare (3-5 anni) e scolare (6-14 anni), provenienti in particolare dalle comunità di Santa Candida e Santa Teresa.