Come una randagia. La recensione di Milica Marinković
Vi è mai capitato di incontrare per caso una persona che, all’improvviso, senza conoscervi nemmeno, vi svela lo svolgimento futuro della vostra vita?
Naturalmente, la reazione di ognuno di noi a un tale incontro dipenderebbe molto dalle parole utilizzate dalla persona sconosciuta.
In ogni caso, incontri del genere ci lasciano sempre un po’ perplessi, a volte a bocca aperta perché in quello che sentiamo possiamo riconoscere davvero il proprio destino.
È esattamente quello che succede a Emma, protagonista del romanzo di Anna Serra, Come una randagia, una giovane donna torinese che ogni tanto, sull’autobus che prende, incontra una donna homeless.
Senza averci mai avuto a che fare prima, Emma, un po’ incuriosita dal passato che ha segnato la vita di questa povera donna, un giorno le si siede accanto. Un gesto da pochi, vista la scia del cattivo odore che la sconosciuta lascia intorno a sé. Ed è proprio in quell’occasione che quest’ultima fissa la ragazza, chiamandola per nome e annunciandole una serie di incidenti che le sarebbero capitati, culminando con la morte.
Emma, impaurita, da quel momento non riesce a non pensare all’episodio dell’autobus.
In più, la sua ossessione viene alimentata dai veri accadimenti negativi che la vedono protagonista, a contatto con la morte.
Uno dietro l’altro, si susseguono il blocco dell’ascensore nel quale si trova, il guasto della seggiovia in montagna, il furto in casa sua, un incidente stradale, l’aggressione subita da un ubriacone.
L’unica persona sulla quale lei conta è il suo fidanzato che la lascia senza un motivo preciso.
Naturalmente, Emma è sconvolta. Alla paura si aggiunge pure il dolore provocato dall’amore perso, dall’abbandono. Ogni giorno si sveglia chiedendosi se quella sarà la data della sua morte e, per fuggire dalla propria vita, va ad Amatrice dove vive sua nonna, piena di amore per la nipote. Il giorno dopo l’arrivo di Emma, la città viene colpita dal terribile terremoto.
Emma è sepolta sotto le macerie per tre giorni. Tre giorni di immobilità, senza acqua, senza aiuto.
È lì che la donna inizia a rielaborare gli accadimenti delle ultime settimane, i rapporti che la legano alle persone vicine, l’incontro con la donna sconosciuta. Sotto le macerie Emma aspetta l’annunciato momento della morte, però un angelo la salva.
La morte è la sua rinascita, perché le parole della signora dell’autobus erano vere. La vecchia Emma muore. Quella nuova ha un solo obiettivo: tornare nella sua città e ritrovare la rivelatrice del suo destino.
Quando questo succederà, Emma conoscerà una persona singolare e una storia straziante.
Da quell’incontro nascerà una nuova opportunità per entrambe che Anna Serra ci preannuncia soltanto, proprio così come Maddalena, la sconosciuta randagia, aveva fatto con Emma.