Andria, sgominato il clan Pesce-Pistillo: la Cassazione conferma 13 condanne definitive
Gli agenti della polizia di Stato, in collaborazione con i carabinieri di Andria, hanno eseguito, nelle prime ore di oggi, 13 ordinanze di esecuzione di pena – emesse dalla procura generale della Repubblica di Bari – a seguito della decisione della Corte di Cassazione che ha reso definitive le condanne emesse dalla Corte di Appello di Bari nei confronti dei 13 imputati, a vario titolo appartenenti ad un sodalizio criminale armato dedito al traffico di sostanze stupefacenti operante nella città di Andria.
I provvedimenti sono stati eseguiti nei confronti di:
- FORTUNATO Michele, nato ad Andria il 6.9.1961, anni 7 e mesi 6 di reclusione (carcere);
- LOVREGLIO Nicola, nato a Bari il 10.2.1980, anni 4 e 20 giorni di reclusione (decr. sosp.);
- PESCE Giuseppe, nato ad Andria il 6.4.1981, anni 4 e mesi 6 di reclusione (carcere);
- PISTILLO Salvatore, nato ad Andria il 28.10.1983, anni 5 e mesi 1 di reclusione (decr. sosp.);
- SPIONE Felice, nato ad andria il 22.4.1971, anni 3 e mesi 10, giorni 20 di reclusione (decr. sosp.);
- LOCONTE Tommaso, nato ad Andria il 30.12.1977, anni 8 di reclusione (irreperibile)
- PASCULLI Vincenzo, nato ad Andria il 2.10.1965 , anni 8 di reclusione (irreperibile);
- LEONETTI Antonio, nato ad Andria il 16.9.1973, anni 2 e mesi 8 di reclusione (decr. sosp.);
- LEONETTI Riccardo, nato ad Andria il 11.1.1988, anni 2 e mesi 8 di reclusione (decr. sosp.);
- LEONETTI Vincenzo, nato ad Andria 1.6.1979, anni 2 e mesi 8 di reclusione (decr. sosp.);
- PESCE Gianluca, nato ad Andria l’11.1.1987, anni 8 di reclusione;
- GALLO DI PINTO Marianna, nata a Trani il 5.4.1984, anni 6 e mesi 8 di reclusione.
Le indagini hanno ricostruito le attività illegali del gruppo criminale, organizzato prevalentemente su base familiare, chiamato convenzionalmente “Pistillo-Pesce”, stabilmente dedito al traffico illecito di sostanze stupefacenti, mediante acquisto di congrue scorte (dell’ordine di uno o più chili per tipo di sostanza), ripartizione in dosi così dette “da strada” e rivendita al minuto agli utilizzatori finali nel territorio della città di Andria.
Tale gruppo – composto prevalentemente da personaggi dediti da sempre ad attività illegali – si è strutturato nella sua configurazione a partire dall’anno 2004 per iniziativa e volontà di Francesco Pistillo, il quale, pur detenuto per gravi fatti di sangue a partire dal 2000 (condannato irrevocabilmente per l’omicidio dell’ex boss Agostino Pastore, avvenuto in Andria il 24 settembre 2000), avrebbe fatto valere la sua autorità e preminenza gerarchica tramite i suoi familiari rimasti a piede libero (Pistillo è stato poi condannato definitivamente l’1 giugno 2012 per il reato ex art. 416 bis c.p., in qualità di capo della omonima associazione, nell’ambito del processo c.d. “Castel del Monte” della Procura Distrettuale di Bari).
L’associazione che lui dirigeva operava mediante:
- il procacciamento di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti finanziato mediante la creazione di una cassa comune;
- il controllo, anche con l’uso delle armi e con la forza intimidatrice derivante dal numero e dal personalità delinquenziale dei componenti del gruppo organizzato, di zone territoriali della città di Andria ove esercitare in maniera esclusiva l’illecita cessione al minuto di tali sostanze;
- la formazione di squadre per lo spaccio al minuto, dotate di mezzi di trasporto e di comunicazione e con ripartizione di compiti tra coloro che detengono e cedono materialmente la droga, coloro che raccolgono i proventi illeciti e coloro che vigilano sulla zona di spaccio in qualità di vedette (chiamate, in gergo convenzionale, “bacchette”) le quali, attrezzate di efficienti apparati ricetrasmittenti, assicuravano protezione da eventuali azioni di contrasto delle forze dell’ordine;
- la tenuta di una accurata contabilità dei costi e degli introiti, con controlli incrociati tra i principali esponenti dell’associazione, allo scopo di assicurare una equa ripartizione dei proventi illeciti, nonché la corresponsione di quote di profitto anche ai promotori ed ai soci che si trovino o vengano a trovarsi in stato di detenzione.
L’associazione operava prevalentemente nella zona del quartiere popolare San Valentino e nella parte antica della città, piazza Manfredi.