Foggia, colpiti due clan del Gargano: 3 arresti per estorsione aggravata dal metodo mafioso
Tre persone, questa mattina, sono state raggiunte da un ordine di carcerazione, eseguito dagli agenti della squadra mobile di Foggia insieme ai finanzieri del Gico di Bari.
Tra i tre c’è anche il boss del clan mafioso “Sinesi-Francavilla”, Emiliano Francavilla, classe ’79, che dovrà scontare la pena di reclusione di 5 anni e 6 mesi e pagare una multa di 5.600 euro.
Insieme a lui è stato arrestato anche Valentino Aprile, classe ’90, anch’egli affiliato al clan Sinesi-Francavilla, che, scomputato il periodo di presofferto, dovrà scontare la pena della reclusione di 6 mesi e pagare una multa di 2.800 euro.
Il terzo arrestato è Vincenzo Pipoli, classe ’65, interno alla batteria mafiosa “Moretti-Pellegrino”, che dovrà scontare, scomputato il periodo presofferto, la pena di 5 mesi e 2.400 euro di multa.
Per i tre il provvedimento odierno costituisce l’epilogo del procedimento penale noto come “Operazione Rodolfo”, nell’ambito del quale erano già state arrestate 11 persone, esponenti dei clan della Società Foggiana “Moretti-Pellegrino” e “Sinesi-Francavilla”, tutti gravemente indiziati del reato di estorsione aggravato dal metodo mafioso. In tale circostanza, inoltre, era stata eseguita la misura cautelare patrimoniale del sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni mobili e immobili, nella disponibilità degli indagati, per un valore complessivo stimato di oltre 700.000 euro.
L’indagine aveva permesso di accertare e documentare l’assoggettamento estorsivo posto in essere con metodo mafioso, in forma continuata e diversificata, ai danni di imprenditori e società operanti nell’indotto di un settore altamente strategico per l’economia locale, quale quello legato alla produzione e alla trasformazione alimentare dei prodotti dell’agricoltura, da parte di soggetti organici o comunque contigui ai due clan in questione.
Le pretese estorsive, inoltre, avevano riguardato non solo la forzata elargizione di somme di denaro, con cadenza sistematica mensile, in favore dei principali esponenti delle due “batterie” sopra citate, ma anche l’assunzione “fittizia”, quali lavoratori dipendenti delle aziende delle vittime, di soggetti indicati dalle compagini malavitose, divenuti quindi beneficiari di salari mensili senza fornire alcuna controprestazione lavorativa.