Clima, Greenpeace in piazza contro il governo Conte: “Esecutivo inerte, cambi il Pniec”
BARI – Il governo Conte sotto accusa. Stavolta è la nota associazione ambientalista Greenpeace ad attaccare l’esecutivo guidato dall’avvocato foggiano. Centinaia di volontarie e volontari, infatti, sono scesi nelle piazze di oltre 20 città italiane per denunciare l’inerzia del governo che non starebbe facendo abbastanza per contrastare i cambiamenti climatici.
Il Gruppo locale di Bari ha proposto ai cittadini baresi un simbolico quiz per mostrare come gli obiettivi dell’attuale esecutivo, in fatto di energia e clima, siano del tutto insufficienti e sostanzialmente uguali a quelli del governo Gentiloni. Secondo Greenpeace, infatti, riguardo queste materie il “governo del cambiamento” ha cambiato poco o nulla.
“Il Movimento 5 Stelle e la Lega – spiega Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia – hanno presentato un Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, il cosiddetto PNIEC, che è in molte parti una copia della Strategia Energetica Nazionale (SEN) approvata nel 2017 dall’esecutivo Gentiloni e dall’allora ministro Calenda. Questa somiglianza è paradossale, perché molti dei ministri responsabili della stesura del PNIEC a suo tempo avevano criticato la SEN di Calenda”.
“Loro – conclude Iacoboni – hanno evidentemente cambiato idea, noi no. Due anni fa abbiamo denunciato la scarsa ambizione del governo Gentiloni, oggi ribadiamo che anche gli obiettivi dell’attuale esecutivo in fatto di clima ed energia sono assolutamente inefficienti”.
I cambiamenti climatici sono ormai una realtà nella vita quotidiana di tutti gli italiani. Alluvioni, bombe d’acqua, siccità – come quella che in questi mesi ha colpito il nord Italia – non sono maltempo, ma le conseguenze del clima che cambia. La scienza ci dice che abbiamo 11 anni per mettere in campo azioni efficaci per contrastare i cambiamenti climatici. In particolare, sul versante energetico, bisogna abbandonare rapidamente gas, carbone e petrolio e andare verso un mondo 100 per cento rinnovabile ben prima del 2050. Le tecnologie ci sono, quello che continua a mancare è la volontà politica, come purtroppo dimostra anche il PNIEC.
Ricordiamo che il Piano presentato dal Governo è ancora in fase di bozza, per questo, secondo Greenpeace, “cittadine e cittadini devono farsi sentire ora. L’esecutivo, che dovrebbe agire in difesa di tutti noi, ha tempo e la possibilità di riscrivere un piano più ambizioso, in linea con le chiare indicazioni della scienza e con le richieste delle migliaia di studentesse e studenti che da mesi scendono in piazza chiedendo azioni più decise per il clima. Se non lo farà, passerà effettivamente alla storia come un governo del cambiamento. Sì, ma climatico”, conclude Iacoboni.