Covid, da oggi tamponi negli studi medici. La pediatra Anaclerio: “Assolutamente favorevole”
Da oggi, lunedì 11 gennaio, negli studi dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta (che aderiranno all’iniziativa) sarà possibile effettuare i tamponi anti-Covid ai pazienti. Abbiamo chiesto alla dottoressa Antonietta Anaclerio, pediatra barese, che ne pensa.
Lei è favorevole alla scelta di effettuare tamponi negli studi medici?
Sono assolutamente favorevole a tutto ciò che può supportare una diagnosi rapida al fine di garantire il meglio per tutelare la salute dei bambini. Ad oggi noi pediatri non sappiamo che tipo di test antigenico ci verrà fornito per la somministrazione, non li abbiamo ancora ricevuti materialmente. Le varietà di test antigenici sono tante, non sappiamo se quello che ci verrà dato avrà la maggiore sensibilità e specificità.
Quali sono i rischi di effettuare test all’interno degli ambulatori pediatrici?
Oggigiorno ci sono ambulatori differentemente strutturati. Chi come me ha un ambulatorio situato all’interno di un condominio non avrà grosse difficoltà a interagire con bambini asintomatici per la somministrazione. Sarà però necessario dividere gli ingressi e suddividere gli orari di accesso all’ambulatorio: un accorgimento che già da tempo prendo in considerazione, affinché tutto avvenga nel rispetto delle dovute norme igienico-sanitarie. Quello che auspico è la celerità dei processamenti dei tamponi così da sapere per tempo chi eventualmente ha contratto il virus.
In Puglia le scuole apriranno, forse, il 15 gennaio. Lei che ne pensa?
Ho potuto osservare che su una trentina di bambini da me seguiti e che hanno dovuto osservare un periodo di quarantena, ben tredici hanno avuto contatti intrascolastici. Io non penso che la scuola di per sé sia un problema, ma ad essa ci sono molte cose correlate, come le entrate, le uscite o i trasporti, che possono inficiare sulla diffusione del virus. Di contro posso immaginare quelle che sono le difficoltà di una didattica a distanza. La scuola è un luogo di apprendimento, di crescita e di socialità, ma in questo momento storico occorre fare uno sforzo maggiore. In questo contesto credo che la rapidità faccia la differenza: sapere quanto prima l’esito di un tampone fa sì che i bambini non stiano in una quarantena prolungata e inutile.
Cosa ne pensa del vaccino e cosa si sente di dire dire ai genitori che non vogliono vaccinare i propri figli?
Personalmente, non vedo l’ora di poter fare il vaccino. Appartengo a quella generazione di pediatri che ha assistito a morti infantili causate da sepsi meningococcica o da encefalite da morbillo. Quindi a ragion veduta sostengo l’importanza del vaccino in situazioni come quella che attualmente stiamo affrontando. D’altra parte non sono per l’obbligo di vaccinazione perché depista, ma dobbiamo mostrare entusiasmo per un vaccino che salva le persone.
Foto: enpam.it