Ridotta in schiavitù e costretta a prostituirsi: 26enne albanese denuncia connazionale (arrestato)
I finanzieri di Altamura hanno eseguito un fermo di indiziato dei delitti di riduzione o mantenimento in schiavitù – diretto allo sfruttamento della prostituzione, detenzione illegale di arma comune da sparo e ricettazione, nei confronti di un trentunenne di origini albanesi residente ad Altamura.
Il provvedimento precautelare – emesso nell’ambito di complesse e delicate indagini – è fondato sulla sussistenza del pericolo di fuga dell’indiziato, desunto dal suo comportamento.
Le indagini – avviate grazie alla presentazione di una denuncia da parte di una ragazza albanese di 26 anni – hanno avuto ad oggetto gravissime condotte di riduzione o mantenimento in schiavitù, dirette allo sfruttamento della prostituzione, poste in essere dall’indagato nei confronti della donna, costretta, con violenze e minacce, a prostituirsi, dal 2016, sotto la sua protezione.
L’uomo, infatti, approfittando della situazione di necessità in cui versava la ragazza – già con un passato di prostituta sotto la protezione di altri soggetti sempre di origini albanesi –, la quale non aveva disponibilità di alloggio e quindi si trovava in una condizione di vulnerabilità e di inferiorità psichica e fisica, dapprima le ha fatto credere che l’avrebbe aiutata e, poi, l’ha avviata alla prostituzione (ad Altamura, Terlizzi, Bari, Taranto, Parma, Regione Veneto e Spagna), vincendo la sua resistenza con percosse e ripetute minacce.
I proventi dell’attività di meretricio – anche fino a 400 euro al giorno – venivano consegnati dalla ragazza all’indagato: questa situazione si è protratta sino a dicembre 2019, quando la vittima ha deciso di non prostituirsi più e di chiedere aiuto, presentando denuncia ai finanzieri di Altamura.
Da dicembre 2019 però, l’indagato, non rassegnandosi alla decisione della ragazza, non solo ha esercitato su di questa una costante e asfissiante azione di controllo (seguendola per scoprire i luoghi da lei frequentati e le persone incontrate), ma ha posto in essere anche condotte particolarmente violente nei confronti di un altro soggetto – sempre di origini albanesi e residente ad Altamura –, che aveva dato ospitalità alla ragazza dopo che questa si era sottratta dal giogo del suo protettore.
Infatti, lo scorso 23 febbraio, l’indagato avrebbe esploso alcuni colpi di pistola sulla porta dell’abitazione del connazionale per minacciarlo e spaventarlo.
Lo scorso 27 giugno, inoltre, lo avrebbe aggredito e colpito con un martello, procurandogli lesioni.
Oltre all’escalation delle condotte criminose, le indagini hanno documentato la volontà del 31enne di usare violenza nei confronti di colui che aveva dato ospitalità alla ragazza, al punto tale da esternare anche intenzioni omicidiarie (per poi scappare in Albania o altrove) e di procurarsi nitrato d’ammonio (che viene utilizzato anche per la produzione di esplosivi).
A seguito dell’esecuzione del fermo, l’indagato è stato messo a disposizione dell’autorità giudiziaria e portato in carcere. Misura che è stata in seguito confermata dal giudice.
L’indagato dovrà rispondere anche dei reati di minaccia aggravata, porto di armi od oggetti atti ad offendere, violazione di domicilio tentata, lesione personale e calunnia.