Bari, l’ex manifattura dei tabacchi diventerà la sede del Centro Nazionale delle Ricerche
Questo pomeriggio il sindaco di Bari, Antonio Decaro, insieme al presidente di Invimit, Nuccio Altieri, ha accompagnato una delegazione del CNR, il centro nazionale delle ricerche, guidata dal presidente nazionale Massimo Inguscio, nel corso di un sopralluogo istituzionale in alcuni dei locali della struttura dell’ex Manifattura dei Tabacchi, nel quartiere Libertà, che, dopo il percorso di riqualificazione, ospiteranno la sede del CNR locale.
In questa occasione il raggruppamento di professionisti, vincitore del concorso internazionale di Idee indetto da INVIMIT nel 2016, ha illustrato ai presenti i dettagli della progettazione esecutiva relativa alla riqualificazione dell’immobile, che ha superato già l’iter dei pareri utili espressi nella conferenza di servizi terminata il 14 ottobre 2019, ed è stata oggetto di confronto con i dipartimenti del CNR, in diverse occasioni, per raccogliere tutte le esigenze utili ad una rifunzionalizzazione coerente degli spazi.
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Questa operazione rientra tra gli obiettivi dell’amministrazione comunale, che da tempo ha avviato una serie di operazioni di rigenerazione urbana e sociale nel quartiere Libertà, di cui la ex Manifattura dei Tabacchi rappresenta il cuore e il simbolo.
In tale direzione si muovono i programmi relativi al Piano delle Periferie per il quartiere Libertà e il PON METRO 2014-2020 Piano operativo Città di Bari, che individua nel quartiere Libertà un’area bersaglio con il progetto MANIFUTURA.
L’amministrazione comunale ha infatti già portato a termine interventi su questo immobile con l’apertura del job center Porta Futuro 1 (dedicato all’incontro tra domanda e offerta di lavoro) e iniziato i lavori di porta Futuro 2 (incubatore dedicato alle giovani imprese).
Pertanto INVIMIT e il Comune di Bari si muovono con lo stesso intento, affinché la riqualificazione dell’intero immobile avvenga secondo un criterio coordinato e sinergico tra le varie parti e funzioni.
Si tratta di recuperare un bene dall’alto valore storico e architettonico, in gran parte non utilizzato, per restituirlo alla città con ricadute positive sulla vivibilità dell’intero quartiere Libertà.
Per quanto riguarda gli spazi del CNR, l’intervento prevede, entro la porzione di proprietà di INVIMIT, la realizzazione di servizi di tipo direzionale: uffici, laboratori di ricerca, depositi e serre, ambienti comuni (sale riunioni, biblioteca ed aree break) al servizio dei dodici istituti di ricerca da allocare.
Lo scorso 23 aprile, infine, il Consiglio comunale di Bari, attraverso una variazione allo strumento urbanistico ha deliberato, sulla base della conferenza di servizi, il progetto definitivo di riqualificazione della ex Manifattura con un cambio di destinazione d’uso dell’area affinché si potesse procedere con le gare per la realizzazione dei lavori.
La superficie lorda totale destinata ad accogliere il CNR è di circa 19.300 mq sviluppata principalmente su un livello al piano terra e uno al primo piano posto a circa 6,50 m dal livello stradale. Una parte minore della superficie è invece collocata al secondo piano ed interessa esclusivamente un edificio.
Nei prossimi giorni sarà completata la procedura per l’individuazione del soggetto validatore del progetto esecutivo per poi avviare le procedure di gara per l’affidamento dei lavori per un importo di circa 28 milioni di euro.
“Quando ho deciso di candidarmi a sindaco nel 2014 – ha dichiarato il sindaco Antonio Decaro durante il sopralluogo – ho pensato che questi anni avrebbero dovuto significare qualcosa, avere un senso. Per dare un senso ad un’esperienza così forte, come quella che ho l’onore di vivere da sei anni, avrei dovuto lanciare a me stesso e ai baresi una nuova sfida, dopo quella di averli convinti a lasciare l’automobile nei park&ride. Allora mi dicevano “è impossibile”. Oggi sappiamo che non era impossibile e che, anzi, si può ancora migliorare. Questo è uno dei motivi per cui oggi siamo qui. Tutti mi dicevano che nel quartiere Libertà cambiare le cose sarebbe stato impossibile. In questo progetto, però, nei quadroni della pavimentazione antitrauma dell’area giochi della nuova piazza del Redentore, nell’acqua che sgorga dalle fontanelle di piazza Disfida di Barletta, nelle decine di ragazzi che ogni giorno frequentano corsi di formazione dentro le aule di Porta Futuro, c’è la dimostrazione che niente è impossibile, neanche cambiare il quartiere Libertà. Certo, è difficile, a volte è stancante, altre volte è esaltante, ma non è impossibile. Oggi questo quartiere ha ancora tanti problemi, alcuni che riguardano la quotidianità, altri molto più complessi e radicati. Su entrambi i fronti stiamo lavorando, giorno dopo giorno, da anni, insieme alle altre istituzioni. La cosa, però, che oggi questo quartiere ha in più è la speranza. La speranza di potercela fare, la speranza di vivere nel bello, di vivere tra persone che lavorano e che studiano, la speranza di crescere i propri figli in un quartiere che nessuno dovrà mai definire una sfida impossibile. Tra qualche mese inaugureremo qui uno dei cantieri forse più importanti della storia di Bari degli ultimi anni, contemporaneamente lavoreremo sull’ultimo pezzo della ex Manifattura che ha bisogno di una nuova speranza: il mercato di via Nicolai su cui già esiste un progetto che è anche a buon punto. Andremo avanti con le opere previste nel Piano delle periferie e continueremo a lavorare sui ragazzi di questo quartiere. Questa per noi è la sfida della città di Bari per il futuro”.
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Leggi tutto Lo schema distributivo generale L’articolato ed esteso edificio della ex Manifattura Tabacchi rappresenta per la città di Bari una importante testimonianza di quella edilizia industriale che, all’inizio del secolo scorso, cercava di coniugare pragmatismo e funzionalità senza trascurare valori estetici e di decoro. L’intervento su questo complesso edilizio sarà quindi teso a preservare l’equilibrio tra una architettura di carattere funzionale e scelte estetiche che, anche per le grandi quantità in gioco, erano in origine impostate verso un uso attento dei materiali piuttosto che nella ricerca di materiali ricercati e soluzioni costose. Come descritto nelle note storiche e riscontrato dalle analisi e dai rilievi eseguiti, il nucleo successivo a quello originario, pur distaccandosi dal primo per tecnica costruttiva strutturale, mantiene per quanto possibile, una stessa impostazione formale data essenzialmente dalle facciate, che ne riprendono caratteristiche e dimensioni, a cui fanno da complemento i serramenti in ferro. La soluzione progettuale adottata favorisce l’accessibilità, il collegamento tra i diversi spazi, la sicurezza e la distribuzione dei servizi e degli impianti. Un unico accesso carrabile immette negli spazi scoperti interni (due grandi cortili di circa 1400 mq ciascuno) e, attraverso l’area a cielo aperto già esistente consente un collegamento diretto dal cortile. L’accesso pedonale sorvegliato avviene centralmente lungo un asse che connette tutti i corpi di fabbrica attraverso il corpo centrale di distribuzione D dove sono stati allocati i servizi di carattere generale (uffici d’area, CED, sale seminari, biblioteca). Ai quattro vertici del grande rettangolo, che costituisce l’intero settore destinato al CNR, sono stati collocati i collegamenti verticali (scale e ampi ascensori con caratteristiche di montacarichi), i gruppi dei servizi igienici e i locali tecnici. Questi ultimi, sfruttando la doppia altezza di ciascun impalcato, si sviluppano anche su superfici intermedie e consentono una capillare distribuzione degli impianti attraverso un sistema di passerelle metalliche che corrono lungo i corridoi e consentono di realizzare un vero e proprio piano tecnico. L’accesso ai cortili avviene attraverso il varco esistente su via Libertà che costituisce l’unico accesso carrabile all’interno delle corti e viene quindi mantenuto. L’ingresso dovrà essere regolato da uno sbarramento semaforizzato per evitare l’accesso di persone non autorizzate ed evitare il passaggio contemporaneo di mezzi. La superficie dei cortili, in parte occupata dai depositi speciali e dalle serre, sarà per il resto resa carrabile sia per i mezzi di soccorso che per quelli di servizio per cui, oltre alle aree per la sosta, si prevedono delle aree di carico e scarico. I due ampi cortili, costituiscono di fatto il cuore della struttura. Su di essi si affacciano i laboratori e gli uffici e consentiranno di collegare in modo più diretto i vari blocchi. Inizialmente pensati esclusivamente come luoghi di sosta e riposo per il personale, hanno assunto in conseguenza delle specifiche esigenze, anche un ruolo funzionale dovendo accogliere delle strutture necessariamente ubicabili all’esterno. Le prescrizioni della Soprintendenza hanno suggerito di incrementare gli spazi a verde e frammentare la grande serra prevista nel progetto definitivo in tre serre più piccole che complessivamente soddisfano le richieste CNR ma rendono lo spazio esterno più articolato e ricco di verde. Descrizione degli interventi strutturali Lo studio condotto riguarda specificatamente le strutture del complesso esistente, limitatamente ai corpi edilizi oggetto di intervento (Edifici A – B – B’ – C – D – E – F – G); esso consiste in un’attenta analisi dello stato di conservazione delle strutture esistenti, dello stato di degrado delle strutture e nella verifica delle stesse a seguito dei progettati interventi di consolidamento oltre che, ovviamente, nell’analisi e verifica delle nuove strutture di cui è prevista la realizzazione. Il complesso immobiliare dell’ex Manifattura dei Tabacchi comprende edifici a struttura mista in muratura e calcestruzzo armato. L’impianto presenta edifici a grande luce, con piante modulari, pressoché simmetriche, reciprocamente attestati a configurare urbanisticamente lo schema tipico della fabbrica industriale. Da ciò consegue l’individuazione dei vari corpi in cui il complesso può essere suddiviso in seguito all’osservazione attenta che è stata condotta e dai saggi eseguiti. Con riferimento ai fabbricati esistenti, i principali interventi di consolidamento previsti mirano alla conservazione dell’impianto strutturale murario e in calcestruzzo armato, prevedendo interventi generalizzati di ripristino e rafforzamento degli elementi strutturali. Con riferimento, invece, alle nuove costruzioni, il progetto prevede la rifunzionalizzazione dei cortili e del corpo di fabbrica denominato edificio D, in particolare: – al piano dei cortili saranno realizzate le strutture metalliche intelaiate dei locali di deposito temporaneo dei rifiuti e delle serre; – demolizione parziale dell’edificio D esistente con conservazione delle sole cortine murarie originali fino alla quota delle cornici decorative e costruzione di un nuovo edificio a struttura intelaiata in acciaio con profili portanti del tipo HEA. – il collegamento tra il nuovo edificio D e gli edifici F e B avverrà mediante la realizzazione di ponti pensili in acciaio e vetro collegati alla nuova costruzione e dotati di appoggio scorrevole in corrispondenza dei fabbricati esistenti. Riduci