A Bari “Una vita da social”, la campagna educativa della Polizia Postale. I dati di Skuola.net: 9 giovani su 10 pubblicano un selfie a settimana
BARI – Fa tappa a Bari la sesta edizione di “Una vita da social”, la campagna educativa itinerante della Polizia postale e delle Comunicazione, che si incentra sui temi dei social network e del cyberbullismo.
L’appuntamento è fissato per domani, 12 marzo, in piazza della Libertà. L’iniziativa è promossa in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, insieme al Garante per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e dei pericoli della Rete per i minori.
“I social network – si legge in una nota – sono ormai uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager e, in virtù del numero sempre maggiore degli adolescenti presenti sul web, hanno determinato una crescita esponenziale dei minori vittime di reati contro la persona che negli anni è raddoppiato: dai 104 casi registrati nel 2016 si è passati a 177 nel 2017 e 208 nel 2018. Le vittime – si legge – hanno tutte un’età compresa tra i 14 e i 17 anni. Ancora oggi i ragazzi di esprimono e sembrano pensare che il web sia un po’ terra di nessuno, dove si scambiano messaggi e post senza pensarci troppo e le azioni online vengono valutate spesso come un gioco privo di conseguenze”.
Tra i giovani è ormai acclarata la “selfie-mania”: è questa una delle evidenze di una ricerca condotta da Skuola.net, Università di Roma La Sapienza e Università Cattolica di Milano per conto della Polizia di Stato. Nella ricerca sono stati intervistati 6.671 giovani tra gli 11 e i 25 anni. “Il selfie – si legge – è sempre più un caposaldo della propria identità per le nuove generazioni. La metà del campione ne scatta almeno 4 prima di pubblicarlo sui social, cosa che avviene con frequenza almeno settimanale in 9 casi su 10”.
Il web è letteralmente inondato di immagini che li ritraggono, raccontando molto di sé. della propria identità e magari dei luoghi frequentati, con tutti i rischi del caso. L’attrazione per il selfie alle volte è tale da spingere i giovani a mettersi deliberatamente in una situazione di pericolo: il 35%, infatti, “dichiara di aver provato a farsi un autoscatto in condizioni potenzialmente pericolose, prevalentemente alla guida del motorino o della macchina”. Come anche testimoniano i casi di cronaca con esiti letali, a cimentarsi con queste pratiche sono prevalentemente i maschi, verso i vent’anni, con un rendimento culturale o accademico o molto basso o molto elevato. Un selfie viene pubblicato su un qualunque social network prevalentemente una volta a settimana (63%), mentre ciò accade una volta al giorno nel 14% dei casi e più volte al giorno nel 13%. A conti fatti 1 su 4 ne posta almeno una volta al giorno, mentre 9 su 10 almeno una volta a settimana.
Non è un gioco da ragazzi, ma quasi un lavoro da agenzia pubblicitaria. Il 52% in media passa 10 minuti a modificare e a descrivere (con commenti o didascalie) un selfie prima di pubblicarlo. Sono prevalentemente le femmine e i più giovani (meno di 17 anni). Il 36% usa filtri per i propri autoritratti, che soddisfano globalmente il 53% del campione.
Ci sono delle correlazioni anche con il contesto familiare. A conferma del fatto che le famiglie rivestono un ruolo chiave nell’educazione dei figli, sia negli ambiti tradizionali che nei nuovi ambiti digitali. Ad esempio c’è una certa prevalenza di soggetti provenienti da famiglie con titolo di studio più modesto tra quelli più propensi al selfie pericoloso (il cosiddetto “daredevil selfie“). Al contrario di ragazzi che si “limitano” a postare non più di un selfie a settimana sui social devono fare i conti con genitori con elevato titolo di studio.
Attraverso il progetto di “Una vita da social” gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato oltre 1 milione e 700 mila studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 180 mila genitori, 100 mila insegnanti, per un totale di 15 mila Istituti scolastici in 250 città italiane.
Il truck, allestito con un’aula didattica multimediale, ripartito da Matera, concluderà il suo tour a Roma, toccando le principali città italiane dove gli operatori della Postale incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma chiaro, adatto a tutte le fasce di età.
“Capire di ragazzi oggi – dice il dirigente del compartimento polizia postale Puglia, Ida Tammaccaro – non è sempre per gli adulti compito agevole, soprattutto quando si tratta di comprenderne i bisogni, i modelli di riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i diversi gruppi di riferimento che compongono il variegato universo giovanile. Il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio virtuale, così come l’idea di sentirsi anonimi e il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando, così da determinare serie preoccupazioni. Per fare della Rete un luogo più sicuro crediamo tuttavia – conclude il dirigente – che occorra continuare a diffondere una cultura della sicurezza in rete e in questo contesto si inserisce l’iniziativa di “Una vita da social”, per un uso corretto e consapevole del web”.