Mola, pesca “ricca” di retine per le cozze. La proposta di Retake per avviarne il riciclo
Nel mare non ci sono solo reti per la pesca. Se ne sono accorti i pescatori di Rio Bravo, peschereccio di nome e di fatto, che, oltre ai pesci, hanno “pescato” delle retine di plastica colorate per la produzione delle cozze.
Il tutto avviene nelle acque che bagnano Mola, a pochi passi da Bari.
A lanciare questo grido di allarme sono gli attivisti di Retake Mola di Bari che, ricevute le foto dagli amici pescatori, non hanno perso tempo a pubblicarle su Facebook al fine di smuovere le coscienze.
Prima dell’emergenza Coronavirus attivisti e pescatori con il mare negli occhi e nel cuore avevano avviato un progetto, coinvolgendo sindacati e Regione Puglia, per la raccolta differenziata in mare. E quindi si era pensato di istituire un centro di raccolta specifico, adibito ai rifiuti pescati in mare che non possono essere smaltiti in modo classico.
Il mare, infatti, ospita troppi rifiuti.
Facendo due conti, grazie ai dati dell’Associazione Nazionale Acquacoltori, ogni anno, data la produzione ittica di cozze, in Italia si producono circa 120 mila km di retine, che così rappresentano il rifiuto più presente nei fondali marini.
Ma non è tutto: il tempo per essere degradate è di 200 anni.
Inoltre, dopo aver analizzato la composizione di queste reti, si è visto che sono costituite da polimeri termoplastici come il polietilene e il polipropilene, sostanze riciclabili in nuovi oggetti commercializzabili.
Queste retine sono anche causa di morte di molte specie marine che ne restano imbrigliate.
Cosa stiamo aspettando a riciclarle?
Questo è l’interrogativo che si pongono gli attivisti affinchè si possa avviare una politica di riciclo che pulisca, così, i fondali marini.