Si scambiavano materiale pedopornografico sul web, arresti anche in Puglia
Gli investigatori della polizia postale di Torino hanno concluso nei giorni scorsi una complessa operazione di contrasto alla pedopornografia online, che ha portato all’esecuzione di 26 decreti di perquisizione e a indagare altrettanti soggetti, responsabili di detenzione e diffusione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori di 18 anni.
Tre persone sono state arrestate tra Piemonte, Campania e Puglia. Migliaia di file sono stati sequestrati.
In Campania è stato arrestato un sacerdote della Diocesi di Benevento, in Piemonte un tecnico informatico di 37 anni e in Puglia il creatore di un canale a pagamento oggetto dei primi accertamenti, un ragazzo che all’epoca dei fatti era minorenne.
A fondamento delle perquisizioni sono stati posti gli esiti dell’attività undercover condotta dalla Postale del capoluogo piemontese, finalizzata al contrasto alla diffusione di materiale pedopornografico attraverso la rete: già da febbraio i poliziotti avevano attivato un servizio di monitoraggio su una piattaforma di messaggistica che vanta garanzie di ampio anonimato per gli utilizzatori, concentrando la propria attenzione su alcuni canali aperti, frequentati prevalentemente da utenti italiani.
Per effettuare tale attività è stato necessario un lungo lavoro di carattere preparatorio, consistente nella ricerca del rapporto di fiducia con gli interlocutori che di volta in volta si mostravano interessati allo scambio di materiale, con un notevole sforzo degli operatori nell’assunzione delle stesse vesti dei propri target.
Ricavati gli elementi utili alla prosecuzione dell’indagine, sono state messe a fattor comune le tracce informatiche lasciate in rete dagli internauti, che hanno consentito la loro identificazione. Particolarmente interessante si è rivelata la presenza di un ambiente chiuso, pubblicizzato dal proprio promotore, in cui veniva divulgato materiale pedopornografico previo pagamento di una somma di denaro che abilitava all’iscrizione al canale, anch’esso oggetto di accertamenti nel corso dell’indagine.
L’analisi degli elementi evidenziati dagli operatori ha ricondotto nel complesso a 26 soggetti destinatari dei decreti di perquisizione, emessi dal Gruppo Criminalità Organizzata e Reati Informatici dell’A.G. di Torino ed eseguiti, oltre che in Piemonte, con la collaborazione degli Uffici di Specialità della Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.
Il materiale illegale sequestrato, altamente diversificato per categorie, conteneva anche contenuti raccapriccianti, ritraenti vere e proprie violenze sessuali in danno soprattutto di neonati.