Altamura, bomba al circolo privato: 30 e 18 anni di carcere per mandante ed esecutore
Dovranno scontare rispettivamente 30 e 18 anni di reclusione Mario Dambrosio e Luciano Forte, considerati il mandante e uno degli esecutori materiali dell’attentato dinamitardo che il 5 marzo 2015 colpì il circolo privato “Green” di Altamura provocando un morto e sette feriti.
Il 4 giugno scorso, infatti, la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dagli imputati, rendendo definitiva la sentenza della Corte d’Appello di Bari che, il 16 ottobre 2019, aveva riconosciuto il Dambrosio e il Forte colpevoli dei delitti contestati, a vario titolo – tra l’altro – di “omicidio volontario con dolo eventuale” e “tentato omicidio plurimo”, “detenzione porto in luogo pubblico ed esplosione di ordigno”, con l’aggravante del cosiddetto metodo mafioso.
Il 5 marzo del 2015, infatti, l’esplosione di una bomba (confezionata con 800 grammi di tritolo), collocata presso il circolo privato suddetto, aveva provocato la morte di Domenico Martimucci e il ferimento di altre 7 persone, tutte vittime innocenti ed estranee ai fatti e al contesto.
L’attentato fu determinato dalla volontà del Dambrosio – considerato il mandante del delitto e condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione – di riprendere il controllo del gioco d’azzardo ad Altamura con metodo mafioso, danneggiando il locale del suo concorrente con un’azione eclatante, utilizzata come strumento per affermare il suo predominio nella malavita organizzata locale.
Luciano Forte dovrà invece scontare 18 anni di carcere perché ritenuto essere uno degli esecutori materiali del fatto assieme a Savino Berardi, che aveva optato per il rito abbreviato ed era stato condannato alla pena di 20 anni di reclusione con sentenza già passata in giudicato.
I due, uno già detenuto in carcere e l’altro in regime di arresti domiciliari, sono stati definitivamente arrestati dai carabinieri del nucleo investigativo di Bari.