Il quartiere San Paolo diventa un “museo condominiale” di arte urbana
Il San Paolo diventerà un quartiere-museo di arte urbana.
QM – Quartiere museo San Paolo (questo il nome dell’iniziativa) è un progetto che nasce dall’intenzione del Comune di avviare un percorso di rigenerazione dei luoghi attraverso l’utilizzo dell’arte urbana intesa come strumento di bellezza che può migliorare il contesto urbano e stimolare maggiore senso di appartenenza della comunità coinvolta nel processo di definizione delle opere, realizzate a cura di artisti internazionali, nazionali e locali.
Questo intento, condiviso con la Fondazione Mecenate 90, si è presto trasformato nel progetto QM San Paolo, che ha visto il finanziamento della Regione Puglia nell’ambito delle politiche di promozione della street art urbana e la collaborazione di Arca Puglia Centrale, che metterà a disposizione del programma di rigenerazione una serie di immobili di sua proprietà ubicati nel quartiere San Paolo.
“Con questo intervento vogliamo accendere un faro di bellezza e di arte su un quartiere della città da sempre considerato periferia – ha esordito il sindaco Decaro in conferenza stampa -. Quando abbiamo cominciato a ragionare di un grande intervento di arte urbana non abbiamo pensato a nessun luogo che non fosse il quartiere San Paolo, per dimensioni e conformazione urbanistica, ma anche per le persone che ci abitano, che rappresentano una comunità che ha sempre più voglia di partecipare alla vita pubblica e di prendersi cura del proprio quartiere”
“Oggi – ha proseguito il primo cittadino – l’arte urbana è a tutti gli effetti uno strumento di rigenerazione urbana attraverso cui attivare le comunità locali nello sviluppo di un processo di maggiore identificazione con i luoghi vissuti e attrarre energie nazionali, sia in fase di realizzazione che di esposizione delle opere. Opere che, è importante dire, vedranno al partecipazione di street artist nazionali, internazionali e locali, proprio perché il punto d’incontro tra i vari attori seduti a questo tavolo oggi è stato il desiderio di mixare le energie attraverso la partecipazione e l’integrazione di più esperienze, conoscenze e competenze: i cittadini, le associazioni, le istituzioni e gli street artist che qui non vengono a dipingere un murales sulla facciata di un palazzo come farebbero su una tela bianca, ma vengono a dipingere le storie del quartiere San Paolo, la vita delle persone che lo abitano, i loro sogni e le loro paure. Ci tengo a soffermarmi su questo punto, perché questa è stata una delle nostre prime richieste quando abbiamo cominciato questo percorso: favorire l’incontro tra locale e globale, affinché questo diventi il museo di arte urbana del quartiere San Paolo e non il museo al quartiere San Paolo”, ha concluso Decaro.
“Il nostro auspicio – ha detto Ledo Prato, segretario generale della fondazione Mecenate – è di fare del San Paolo, nel tempo, il più grande museo condominiale d’Italia creando nei fatti una rivoluzione nel rapporto tra centro e periferia, fino a rendere questo quartiere un pezzo importante del capoluogo pugliese, contraddistinto da un’offerta culturale nuova e interessante. Crediamo che questo possa contribuire a restituire fiducia e ad accrescere la reputazione di un quartiere troppo speso stigmatizzato, segnato sì da fragilità importanti, ma caratterizzato da un grande valore umano e sociale”.
Tra le anticipazioni sugli artisti che saranno coinvolti i primi nomi sono quelli di OZMO, GAIA (Andrew Pisacane), David Diavù Vecchiato e David Pompili.
Il progetto QM – Quartiere museo San Paolo si articola in tre fasi che sono state riorganizzate in corso d’opera anche in ragione delle norme anti-COVID 19.
1a fase: indagine quali-quantitativa (attualmente in corso) I Fase: Indagine quali-quantitativa (attualmente in corso) Per una preliminare analisi di contesto, presso gli uffici comunali competenti sono stati acquisiti i dati relativi alla: Sulla base dell’analisi dei dati raccolti e delle informazioni acquisite, mediante confronto a distanza con testimoni privilegiati, sono in corso interviste finalizzate a selezionare un numero di soggetti (30) a cui somministrare telefonicamente dei questionari semistrutturati condotti dai ricercatori di Mecenate 90. Al termine dell’indagine sarà redatto un breve report che sarà successivamente condiviso con gli organizzatori dei Laboratori di partecipazione, con i curatori e la comunità degli artisti che saranno individuati per la realizzazione delle otto opere murarie. Riduci
2a fase: laboratori di partecipazione II Fase: Laboratori di partecipazione I laboratori nascono dall’esigenza di sperimentare un processo che superi l’approccio unicamente spettacolare dello spazio pubblico. Nel merito, si intende basare la progettualità su una dimensione territoriale, con l’obiettivo di generare coscienza civica e senso di appartenenza capaci di sollecitare la crescita culturale della comunità di riferimento e promuovere conoscenze, abilità e disposizioni proattive. Il progetto artistico si innesta cioè in un percorso di partecipazione della comunità che, nel riconoscere l’appartenenza ai luoghi rigenerati dalle opere, se ne prende cura, facendone motore di uno sviluppo culturale del quartiere. Operativamente i laboratori saranno organizzati in remoto, ed eventualmente in presenza, seguendo un format che prevede specifiche attività su distinti temi chiave: Riduci
3a fase: realizzazione delle opere III Fase: Realizzazione delle opere Sulla scorta dell’esperienza del “museo condominiale” di Tor Marancia a Roma, è possibile affermare che questa operazione di “trasformazione” sia non solo possibile ma presenti una gamma di ricadute positive sul territorio interessato. Rispetto al crescente fenomeno che, a partire dal 2000, ha visto proliferare la collocazioni di grandi dipinti murali negli ambiti urbani, il processo di musealizzazione urbana di un territorio è pensato e realizzato attraverso l’aggregazione, in uno spazio relativamente ristretto, di un grande quantità di opere in modo che esse possano essere fruite attraverso un percorso intuitivo che ne riveli le relazioni in quanto parte di un unico “discorso”, proprio come nel caso di una mostra d’arte. La porzione di “spazio pubblico” del quartiere interessata dall’intervento diventa “spazio espositivo pubblico” attraverso la collocazione ragionata di opere di pittura murale a carattere monumentale sui volumi dell’abitato. A seguito di questo tipo di intervento, il territorio tende a passare da uno status reputazionale generalmente basso ad uno “aumentato” grazie all’attenzione dei media e di membri di altre comunità colpiti dalla funzione attrattiva generata dal lavoro degli artisti guidati da curatori. La partecipazione e il coinvolgimento dei residenti, nelle forme possibili, sono imprescindibili: lo scopo è raggiunto se il quartiere riesce a rappresentare per gli stessi residenti un “museo a cielo aperto”, in particolare il “loro” museo a cielo aperto, un’autorappresentazione che dovrà essere confermata dall’attrattività esercitata dal quartiere in termini di visite finalizzate ad osservare le opere esposte. Riduci
Dieci artisti per dieci opere
Nell’arte la qualità delle opere e degli artisti è un parametro fondamentale che determina differenti destini delle opere stesse e dei dispositivi che le accolgono, soprattutto in un progetto di questa natura, dove le opere hanno dimensioni monumentali e devono sostenere il loro statuto e ruolo nell’ordinario dell’esistenza della comunità territoriale.
Stefano Antonelli, curatore delle opere, si occuperà di scegliere gli artisti, costruire la relazione fra loro e i residenti e negoziare i contenuti delle opere.
Gli artisti, dieci in tutto, saranno esponenti della scena nazionale e internazionale e locale allo scopo di costruire una relazione global-local stabile e duratura, produttrice di scambi e incontri. Gli artisti pugliesi saranno selezionati attraverso una call aperta che sarà pubblicata a giorni sul portale istituzionale del Comune di Bari.
Ad ogni artista sarà fornito il report sull’indagine quali-quantitativa del quartiere e, successivamente, gli saranno chiesti tre bozzetti di massima da sottoporre ai residenti dell’edificio ove l’opera è destinata. In prossimità della realizzazione, gli artisti avranno a disposizione due giorni per familiarizzare con il quartiere e i residenti e rinegoziare i loro bozzetti con gli abitanti, raccogliendo le narrazioni e le storie.
Le opere saranno realizzate utilizzando solo ed esclusivamente vernici ad acqua a basso impatto ambientale e massima persistenza del pigmento, condizioni ottenute attraverso un processo di analisi del fondo (intonaco) e la preparazione di vernici con le corrette proporzioni di pigmento, resine e catalizzatori.