Bari, arrestati medico e sua moglie per concussione verso paziente oncologico
Venerdì scorso i carabinieri di Bari hanno arrestato il dottor Giuseppe Rizzi, medico oncologo dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II”, e la sua compagna, l’avvocato Maria Antonietta Sancipriani, accusati di concussione aggravata e continuata.
La misura cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo pugliese, Giovanni Anglana, su richiesta del pubblico ministero Marcello Quercia.
Secondo l’accusa il medico, abusando della qualità e dei poteri di pubblico ufficiale (era infatti dirigente medico nel dipartimento di oncologia del Giovanni Paolo II), durante la sua attività professionale, sia in orario di servizio che fuori turno – e comunque non in regine di attività intra o extramoenia – avrebbe eseguito su un suo paziente oncologico in trattamento nell’Istituto prestazioni mediche (in particolare iniezioni di un farmaco) per cui avrebbe preteso – nonostante queste fossero a titolo gratuito perché a carico del servizio sanitario nazionale – il pagamento di ingenti somme di denaro nonché di altre utilità sia nella struttura ospedaliera che nel patronato CAF in uso alla compagna e co-indagata, adibito nell’occasione ad ambulatorio medico abusivo.
Le condotte sarebbero state poste in essere dalla coppia approfittando delle gravi condizioni psico-fisiche della vittima, che versava in uno stato psicologico di soggezione e di reverenza, oltre che di totale fiducia nel suo medico. Quest’ultimo, infatti, avrebbe indotto la vittima a riconoscerlo quale unico referente in grado di garantirgli la sopravvivenza, così da ottenere illecitamente la somma di 130 mila euro in contanti, oltre a regalie, lavori edili e altre utilità.
L’Autorità giudiziaria ha altresì emesso a carico di Rizzi un “decreto di sequestro preventivo d’urgenza per equivalente” della somma di denaro pari a 136 mila euro quale profitto del reato ai fini della confisca per equivalente presso un istituto bancario locale.
Le indagini, avviate dopo le segnalazioni fatte dai familiari della vittima (nel frattempo deceduta per la grave patologia tumorale di cui era affetta) e dallo stesso Istituto Tumori di Bari, hanno permesso di acclarare il disegno criminoso ideato e posto in essere dalla coppia al fine di ottenere enormi e indebiti vantaggi economico-patrimoniali ai danni del malato, ribandendo – il Rizzi – le proprie abilità e capacità mediche e fornendo allo stesso tempo false speranze di sopravvivenza al paziente che, pur di restare in vita, continuava a soddisfare le ingenti e costanti richieste di denaro del professionista.
Questi ha portato il paziente a dilapidare il proprio patrimonio, tanto da dover ricorrere agli aiuti economici di amici e parenti.
Durante la perquisizione i militari hanno rinvenuto reperti archeologici poi sequestrati e, nascosta in buste e scatole per calzature, la somma di un milione e 900 mila euro in denaro contante, anch’essa sequestrata.