Murgia sede di scorie nucleari, Emiliano: “Ribadiamo e motiviamo il nostro NO”
La Giunta regionale ha approvato oggi il documento tecnico recante le “osservazioni regionali relative al progetto preliminare del Deposito Nazionale e del Parco Tecnologico dei rifiuti radioattivi“, ai sensi dell’art. 27 del d.lgs. n. 31/2010 e smi.
L’avviso per la consultazione pubblica sulla localizzazione del deposito nazionale, già pubblicato il 5 gennaio scorso, prevedeva che nei 60 giorni successivi alla pubblicazione (prolungati con il Decreto Milleproroghe a 180), le Regioni, gli Enti Locali, nonché i soggetti portatori di interessi qualificati, potessero formulare osservazioni e proposte tecniche.
Lo scorso 18 gennaio la Giunta ha quindi istituito un tavolo di coordinamento regionale presieduto dal presidente Emiliano, dall’assessora all’Ambiente, al territorio e urbanistica, dai sindaci dei Comuni di Gravina in Puglia, Altamura, Laterza e dagli ulteriori Comuni che intendessero aderire, per definire una strategia comune, fornire il supporto tecnico ai Comuni interessati e coordinare le proprie attività con quelle della Regione Basilicata, interessata dalla proposta di CNAPI.
“Abbiamo ribadito in questi mesi – hanno dichiarato il presidente Emiliano e l’assessora Anna Grazia Maraschio – che ci opporremo con tutte le nostre forze alla scelta di individuare l’Alta Murgia come possibile sito per lo smaltimento di rifiuti nucleari. Ribadiamo il nostro NO e siamo pronti a mettere in campo qualunque azione, politica e legale, a tutela della salute dei cittadini e della bellezza e biodiversità di un Parco Nazionale, che rappresenta uno dei luoghi più singolari del Mediterraneo”.
“Su indicazione della Giunta – ha continuato Maraschio – sono stati raccolti in un unico documento i contributi specialistici inerenti le varie questioni individuate. Queste osservazioni tecniche rappresentano le motivazioni scientifiche sulla scorta delle quali è emerso che la verifica dei criteri di esclusione e dei criteri di approfondimento utilizzati da SOGIN per dichiarare idonei i cinque siti individuati nel nostro territorio regionale non ha tenuto conto degli studi di ricerca più̀ recenti. Dalla ricognizione scientifica svolta, è emerso che tutti i criteri di esclusione e i criteri di approfondimento per i cinque siti ricadenti nel territorio regionale risultano ‘non verificati'”.
“Abbiamo definito in un percorso condiviso – ha ribadito l’assessora – insieme alle comunità interessate, alle strutture tecniche dell’Amministrazione Regionale, alle Agenzie regionali, all’Aqp, alle Università e agli Ordini professionali tutti i rilievi finalizzati a far desistere il Governo da ogni possibilità di allocare sul territorio regionale il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Il documento che oggi la Giunta ha condiviso e approvato è dunque il risultato di un importante e corposo lavoro svolto nei tempi stabiliti e in modo efficace da parte del tavolo tecnico, che ringrazio per l’importante contributo. Un lavoro che ha dimostrato scientificamente e sulla base di dati, analisi e recenti studi, la inadeguatezza delle valutazioni di SOGIN, spesso non riferibili all’attuale conoscenza scientifica delle caratteristiche idrogeomorfologiche e sismiche dei siti individuati”.
“Riteniamo – ha concluso l’assessora – che l’insediamento del Depositi e del Parco Tecnologico inficerebbe irrimediabilmente la vocazione di questo angolo straordinario della Puglia, di un turismo sostenibile, figlio di un lento, faticoso e incisivo impegno della Regione Puglia, degli enti e delle comunità locali”.