Libri, dal 20 febbraio un ritratto originale della Puglia nell’opera prima di Vito Carenza
Diciassette racconti corredati da altrettanti meravigliosi scatti fotografici per omaggiare in maniera originale una terra bellissima e complessa come la Puglia. Questo si troverà, a partire da sabato 20 febbraio, nell’opera prima di Vito Carenza, “Bellofatto. Il tour tra briganti, brigadieri, santi e abitanti“, perché, in fondo, “l’erba è la nostra, è di tutti. E bisogna portarle gran rispetto”.
«Io non gioco più con le pistole, né mai sono stato il bullo che si temeva diventassi, ma un combattente sì, sul filo del rasoio vinco e perdo con questa bella terra stronza»
Bellofatto nasce dallo sviluppo di precedenti articoli pubblicati su PugliAround.com caratterizzati da una lettura alternativa della regione.
In quest’opera l’autore piantuma racconti che danno vita a una foresta con un labor limae naturale senza lasciare nulla al caso. Una ramanzina che tratta, anche con ironia, tematiche care al turismo e alla società di cittadini-turisti dei propri luoghi. Tradizione, ospitalità o accoglienza che dir si voglia, salvaguardia ambientale e integrazione, le stesse criticità contengono una radice da cui generare una migliore novità. L’organizzazione è quella di una guida fisica, dotata di un corpo e di una voce che si apre e si dà ai luoghi della Puglia, terra ancora di frontiere ideali e campanili, abolite dai personaggi attenti a non fare ciò che sanno non potersi permettere: la morale. Ciascuno sente di doversi mettere in pari con la coscienza, chi con la propria, chi con quella collettiva.
Tale percorso è l’occasione del viaggio, e l’andare di uomini e lingue, entrambi migranti, che si raccontano in casa altrui; azioni che si svolgono quasi sempre fuori dal punto di origine del protagonista, perché ogni uomo è forestiero, ospite di qualcun altro.
L’autore
Vito Carenza è nato a Mottola nel 1965 ed è laureato in Lingue e letterature straniere. Operatore turistico e blogger, è stato finalista di due concorsi letterari: Giovane Holden e Il Federiciano. Alla sua professione mescola la formazione letteraria e linguistica, e viceversa come emerge da questo esordio alla narrativa.
L’attenzione rivolta al lettore traspare dall’uso diverso di lingue e dialetti e dalla scelta di parole che lascia il viaggiatore libero di scegliere la pronuncia e l’accezione. È il gioco e la provocazione delle avanguardie riadattati per l’arricchimento della tradizione e la lotta alle criticità.