Covid, partito lo screening anti-contagio nel carcere di Bari
L’unità operativa complessa di Medicina penitenziaria, in sinergia con il dipartimento di Prevenzione della Asl, ha avviato una campagna di screening anti-Covid nel carcere di Bari.
Gli operatori stanno effettuando tamponi rapidi e/o test molecolari su tutti i detenuti presenti nell’istituto, compreso il personale sanitario e gli agenti di polizia penitenziaria.
Sono stati programmati 700 tamponi, di cui 200 già effettuati.
L’attività di tamponamento è stata avviata in contemporanea anche all’istituto penitenziario di Altamura e sarà completato una volta terminato lo screening della casa circondariale di Bari.
L’unità operativa di Medicina penitenziaria ha predisposto già nelle prossime settimane l’esecuzione dei tamponi nell’istituto penitenziario minorile e nel carcere di Turi.
Lo screening sarà effettuato per ogni singola sezione detentiva e in maniera separata in quanto ogni sezione non ha contatti con le altre.
La procedura risponde ad una esigenza di sicurezza per ottenere un eventuale riscontro istantaneo della presenza del virus e circoscriverne la diffusione.
L’unità di Medicina penitenziaria di Bari è stata la prima tre le strutture del Sud a recepire le direttive nazionali per mettere in atto un piano di protezione di una comunità fragile, come quella detenuta, attivando una organizzazione igienico-sanitaria articolata e finalizzata a bloccare il contagio.
All’interno del carcere di Bari è stata realizzata una rete protettiva più complessa, in quanto la casa circondariale ospita un servizio di assistenza intensificata e accoglie una popolazione detenuta con problematiche sanitarie.
Parallelamente allo screening anti-Covid è stata avviata e quasi conclusa la campagna di vaccinazione antinfluenzale per detenuti e operatori.