Banca Popolare di Bari, ancora guai per gli Jacobini: coinvolti nel crac del gruppo Fusillo
Questa mattina i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari hanno dato seguito a 8 misure cautelari personali nei confronti di imprenditori, professionisti ed ex vertici della Banca Popolare di Bari, indagati a vario titolo per i reati di bancarotta concordataria e fallimentare aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio, commessi nel triennio 2016-2019.
A finire ai domiciliari sono stati Giacomo Fusillo (figlio di Vito Fusillo, imprenditore barese attivo nel settore delle costruzioni immobiliari e amministratore delle fallite Fimco SpA e Maiora Group SpA), Gianluca Jacobini (già condirettore generale della Banca Popolare di Bari), Nicola Loperfido (già responsabile della Funzione Crediti della BPB), Salvatore Leggiero (imprenditore dominus dell’omonimo gruppo immobiliare fiorentino), Girolamo Stabile (rappresentante legale del Fondo di investimento estero Kant Capital con sede in Gibilterra), Vincenzo Elio Giacovelli (commercialista e legale rappresentante pro-tempore della società Il Melograno Eventi Srl, riconducibile a Giacomo Fusillo).
Disposto, invece, il divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale per un anno nei confronti del citato Vito Fusillo e di Marco Jacobini, già presidente del Consiglio di amministrazione della Popolare di Bari).
Le misure odierne costituiscono l’epilogo di articolate e complesse indagini, avviate a seguito della richiesta di ammissione al concordato preventivo avanzata da Fimco S.p.A. e Maiora Group S.p.A., società dichiarate fallite il 25 settembre 2019.
Nello specifico, agli indagati vengono contestate diverse operazioni societarie “straordinarie”, effettuate in epoca antecedente e prossima al verificarsi dello stato di insolvenza, probabilmente al fine di “distrarre” o “dissipare” beni immobili e compendi aziendali di rilevante pregio facenti parte del patrimonio delle due società, il cui valore economico è pari a 93 milioni di euro.
Tali condotte sarebbero state attuate con il coinvolgimento di imprenditori e professionisti compiacenti, e con il concorso degli ex vertici della Banca Popolare di Bari (attualmente commissariata per altre indagini), nelle persone di Marco e Gianluca Jacobini e di Nicola Loperfido.
I tre avrebbero, secondo la procura, reiterato nel tempo la concessione di linee di credito, finanziamenti e sconfinamenti di conto corrente in favore delle società facenti parte del gruppo Fimco/Maiora, pur nella consapevolezza del loro stato di dissesto finanziario e della loro incapacità di adempiere alle obbligazioni assunte.
Ma avrebbero anche agevolato e incentivato la distrazione di importanti asset dal patrimonio del gruppo verso società terze, concedendo a queste ultime i finanziamenti necessari al perfezionamento delle relative compravendite.
A due degli indagati, Giacomo Fusillo e Vincenzo Elio Giacovelli, sono stati contestati anche i reati di autoriciclaggio e, per il solo Fusillo, anche il reato di riciclaggio, essendo state accertate, in almeno due circostanze, azioni poste in essere sui beni distratti dalla massa fallimentare finalizzate ad impedirne l’individuazione della provenienza delittuosa.
Detti beni, per lo più compendi aziendali – dopo essere stati sottratti al patrimonio delle società fallite – sarebbero stati trasferiti a soggetti giuridici appositamente costituiti dagli stessi indagati al fine di preservarli da possibili aggressioni dei creditori, ovvero in favore di società terze allo scopo di monetizzarne il relativo valore.
Le indagini hanno portato all’individuazione delle seguenti operazioni societarie aventi finalità distrattive o dissipative:
1) Operazione “Kant”, posta in essere dalla Maiora Group S.p.A. al fine di occultare il proprio stato di insolvenza mediante il simulato conferimento delle quote del capitale sociale delle controllate Logistica Sud S.r.l. (anch’essa fallita in data 11/11/2019) e Ambasciatori Immobiliare S.r.l. (per la quale pende istanza di fallimento) – entrambe fortemente indebitate verso la Banca Popolare di Bari – nel fondo di investimento estero “Kant Capital Fund Strategic Business Pcc Limited”, con sede in Gibilterra, di fatto riconducibile a Girolamo Stabile, a fronte della ricezione di quote dello stesso fondo del valore nominale di 20 milioni di euro.
In tale contesto, Maiora Group S.p.A. avrebbe anche dismesso alcuni immobili di rilevante valore, quali l’ex Hotel Ambasciatori di Bari e il Polo Logistico di Rutigliano, ceduti a società terze per 22 milioni di euro il primo e, per 4,7 milioni di euro, il secondo;
2) Operazione “Roma Trevi”, avente ad oggetto la dismissione, da parte della Fimco S.p.A., del “Palazzo Trevi” (prestigioso palazzo storico romano) in favore della Roma Trevi S.r.l., società controllata dalla Leggiero Real Estate S.p.A., facente parte del gruppo societario fiorentino dell’imprenditore Salvatore Leggiero, al prezzo di 40 milioni di euro.
Dalle indagini è emerso che tale cessione era stata promossa dalla stessa Banca Popolare di Bari (nei cui confronti il gruppo Fimco/Maiora aveva un’esposizione debitoria di oltre 160 milioni di euro) che, in accordo con le parti, avrebbe incassato parte del prezzo corrisposto dalla società venditrice al fine di ridurre il debito che la Fimco S.p.A. aveva nei confronti dell’Istituto.
Inoltre, al fine di incentivare tale operazione, la BPB avrebbe finanziato la società acquirente per un importo pari all’intero prezzo di cessione.
Le attività investigative hanno, inoltre, svelato l’esistenza di un accordo occulto finalizzato a consentire a Vito Fusillo di ottenere un surplus del prezzo della cessione sotto forma di “partecipazione” al capitale sociale della Leggiero Real Estate S.p.A. del valore di 2 milioni di euro, acquisita dalla società Il Melograno Eventi S.r.l., di proprietà del figlio Giacomo e amministrata da Vincenzo Elio Giacovello, uomo di fiducia dei Fusillo;
3) Operazione “CNI-MCG”, avente ad oggetto la dismissione della partecipazione posseduta dalla Maiora Group S.p.A. nella CNI S.p.A. (società attiva nel settore dei servizi alle imprese), in favore della MCG Investimenti S.r.l., società di cui Giacomo Fusillo deteneva il 50% delle quote, al prezzo sottostimato di 4,5 milioni di euro e con una vantaggiosa dilazione trentennale del pagamento del prezzo senza interessi.
Nel corso del 2019, Giacomo Fusillo avrebbe riciclato la propria quota del capitale sociale di MCG Investimenti S.r.l., nel cui patrimonio era confluita CNI S.p.A., oggetto delle descritte condotte distrattive, cedendola ad un soggetto terzo al prezzo di 1,2 milioni di euro;
4) Operazione “SOIGET”, afferente alla dismissione dal patrimonio della Fimco S.p.A. del capitale sociale della SOIGET S.r.l, società titolare di prestigiosi alberghi quali “La Peschiera” e “Il Melograno”, nonché affittuaria di un rilevante ramo d’azienda di Fimco S.p.A. concernente la gestione del complesso turistico “Cala Ponte” di Polignano a Mare (BA).
Tale distrazione sarebbe avvenuta mediante la cessione del 100% delle quote di SOIGET S.r.l. a Giacomo Fusillo e il successivo conferimento di tale partecipazione nella Sesto Elemento S.r.l. (società sempre riconducibile al Fusillo) al prezzo sottostimato di 2 milioni di euro da corrispondersi, anche in questo caso, con una dilazione decennale e senza interessi.
Tale prezzo di vendita sarebbe stato determinato sulla base di una perizia redatta da Vincenzo Elio Giacovelli riportante un valore inferiore al reale.
Il trasferimento delle quote della SOIGET S.r.l. alla Sesto Elemento S.r.l. – in quanto posto in essere al fine di ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del cespite ceduto, profitto del reato di bancarotta fallimentare – ha integrato una tipica ipotesi di autoriciclaggio, avendo Giacomo Fusillo concorso nella condotta distrattiva.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, le Fiamme Gialle baresi stanno effettuando perquisizioni in abitazioni e uffici ubicati in Bari, Roma e Milano nella disponibilità di alcuni indagati.