“Città per le persone, non per le auto”: Greenpeace ‘cantierizza’ le piste ciclabili di Bari
Settembre è il mese della riapertura delle scuole e della ripartenza di molte attività lavorative. Oggi, in oltre 20 città italiane (tra cui Bari), volontarie e volontari di Greenpeace si stanno attivando per denunciare i problemi della mobilità locale e indicare soluzioni per contribuire a rendere le città sostenibili e rispettose del clima e della salute delle persone.
Nella città di San Nicola gli attivisti dell’organizzazione ambientalista sono intervenuti sulla ciclabile del lungomare Vittorio Veneto e su quella che termina a piazza Garibaldi, allestendo un simbolico cantiere di Greenpeace per chiedere di ridare vita alle vecchie piste ciclabili in disuso e migliorare quelle esistenti, rendendole più fruibili e sicure.
Durante l’attività di sensibilizzazione (che la pioggia non è riuscita a fermare), hanno aperto uno striscione con il messaggio “Città per le persone non per le auto”.
In Italia, infatti, ci sono più di 64 auto ogni 100 abitanti, sebbene queste rimangano inutilizzate per più del 90 per cento del tempo, e si sprecano decine di ore imbottigliati nel traffico, con Roma che detiene il record italiano di 166 ore perse all’anno.
Ciò si riflette su come sono concepiti gli spazi delle città, piene di strade e parcheggi pensati per il traffico veicolare privato, e con alternative di mobilità sostenibile – come bici, trasporto pubblico e sharing – ancora troppo poco sviluppate e integrate nel tessuto urbano, dal centro alle periferie.
“Investire su modelli di mobilità ‘auto-centrici’ significa togliere risorse alle alternative non inquinanti. Per questo – dichiara Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia – le amministrazioni locali devono ripensare il modo in cui le persone si spostano nelle città, che sono al tempo stesso i luoghi con il più alto livello di emissioni di gas serra e quelli con i più gravi problemi di inquinamento atmosferico e problemi di salute connessi”.
“In questo momento delicato di ripartenza del Paese nella fase post-Covid – continua Spadini – non possiamo rimanere ancorati alle soluzioni del passato. Gli amministratori locali devono essere lungimiranti e costruire ora la mobilità del futuro, fatta di trasporto pubblico efficiente, infrastrutture per la mobilità ciclistica e pedonale, sistemi di sharing elettrico, trasporto intermodale e spazi progettati per la vita e il benessere delle persone”.
Nei mesi scorsi le città hanno adottato provvedimenti per la mobilità sostenibile, ad esempio attraverso la diffusione di bike lane provvisorie, ma misure del genere non sono sufficienti se non si risolvono le criticità strutturali delle città italiane e dei modelli di mobilità basati sui combustibili fossili, che continuano ad essere ampiamente incentivati dal Governo.
Per questo Greenpeace ha lanciato la campagna #RESTART, per chiedere che i fondi pubblici per la ripartenza siano investiti per riprogettare le nostre città, investendo in trasporto pubblico, riqualificazione delle periferie e mobilità alternativa.
Le foto sono di Mario Nuzzi.