Torna Time Zones: dal 17 settembre la 35a edizione del festival delle musiche possibili
È stata presentata questa mattina la XXXV edizione del festival “Time Zones – Sulla via delle musiche possibili”, la tradizionale rassegna dedicata ai suoni non convenzionali, in programma in diverse location di Bari e di Acquaviva delle Fonti dal 17 settembre al 31 ottobre prossimo.
Il festival ripropone, ormai da 35 anni, sul territorio regionale, la migliore produzione musicale contemporanea nazionale e internazionale, puntando anche su realtà artistiche locali indipendenti.
Gianluigi Trevisi, direttore artistico, ha illustrato nel dettaglio il cartellone del festival, sottolineando che “questa manifestazione, soprattutto in questi tempi difficili, aveva bisogno di rigenerarsi: era importante, cioè, che la musica, le rassegne, lo spettacolo dal vivo guardassero con un occhio attento quello che accade intorno. Quindi abbiamo pensato di ampliare gli orizzonti del festival, e non a caso abbiamo introdotto nel cartellone eventi teatrali e musicali che spaziano in tutte le direzioni. Questo perché la caratteristica genetica di Time Zones è esaltare tutti i generi, senza necessariamente individuare un fil rouge che ne limiterebbe le ambizioni. Quest’anno proponiamo musica classica, jazz, musica contemporanea ed elettronica. Non mancheranno eventi teatrali importanti, con la punta di diamante di una meravigliosa coproduzione con il teatro Kismet, per la quale ringrazio Teresa Ludovico. Vorrei ricordare anche un evento di rock giovanile, che guarda alle nuove generazioni, e ‘Under Zones’, che introduce l’intero festival e rappresenta uno spazio nel quale vi è una ricerca continua di talenti nel mondo delle produzioni indipendenti”.
“Il Dio delle piccole cose – prosegue Trevisi -, invece, è ispirato a un caso letterario di cui si è molto discusso agli inizi di questo millennio: quello della scrittrice indiana Arundhati Roy. E infine, non ultime, vorrei menzionare le proposte letterarie e quelle sulla scuola. In conclusione vorrei sottolineare come questi spazi siano al contempo ‘fabbriche delle emozioni’ e strumenti di sapere e di conoscenza: il nostro ruolo di operatori culturali è appunto quello di colmare il divario, che rischia ogni giorno di aggravarsi, tra la sensibilità artistica e il comune sentire civile”, ha concluso il direttore artistico del festival.