Lotta intestina al clan Strisciuglio per lo spaccio della droga: 9 arresti
Questa mattina i carabinieri di Bari hanno arrestato 9 persone, tutte affiliate e/o contigue al clan Strisciuglio, attivo nel quartiere San Pio – Enziteto, perché protagoniste (8 esecutori e 1 mandante) di un raid punitivo avvenuto lo scorso maggio nei confronti di un giovane 23enne.
I reati contestati, a vario titolo e in concorso, sono quelli di lesioni aggravate, violenza privata, atti persecutori, violazione di domicilio.
Uno di loro, inoltre, è accusato anche di violenza sessuale nei confronti della madre del ragazzo aggredito.
Tutti i reati contestati e sopra citati sono aggravati, altresì, dall’aver agito con metodo mafioso e per motivi abietti.
Tutto avrebbe avuto inizio da una violenta aggressione avvenuta lo scorso 19 maggio ai danni di un ragazzo classe ’97 mentre questi era nella sua casa di Palese, insieme ai suoi genitori e al nipote minorenne.
Secondo gli inquirenti il fatto sarebbe scaturito da un contrasto maturato negli ambienti dello spaccio di droga, in seno al gruppo criminale del clan Strisciuglio, che ad oggi opera, tra l’altro, proprio nei quartieri di San Pio, Palese e Santo Spirito.
Il raid sarebbe avvenuto in tarda serata da parte di 8 soggetti che avrebbero agito come un vero e proprio “branco”, in modo organizzato, tutti a volto scoperto, con fare spregiudicato e con la palese convinzione di rimanere impuniti.
Alcuni di loro avrebbero fatto i “pali”, mentre gli altri sarebbero entrati nell’abitazione, avrebbero aggredito la madre che cercava di proteggere suo figlio e si sarebbero avventati sul ragazzo colpendolo violentemente con un tirapugni.
La donna avrebbe cercato in tutti i modi di salvaguardare il figlio e, mentre provava ad allontanare gli aggressori, uno di loro l’avrebbe palpeggiata più volte.
Grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza, alle dichiarazioni delle vittime e alle fonti di prova raccolte, i militari hanno identificato e denunciato 7 degli 8 componenti del gruppo, oltre che il mandante della spedizione punitiva.
Il ragazzo aggredito, a seguito di quanto accaduto, avrebbe deciso di collaborare con la giustizia e sarebbe stato scortato in una località protetta insieme alla sua famiglia.
A pochi mesi dal brutale pestaggio anche altri familiari del ragazzo, residenti a Santo Spirito, sono rimasti vittime di gravissime minacce di morte e di atti persecutori (compiuti dalla suocera del mandante dell’aggressione, poi arrestata anch’essa) per costringerli a lasciare la propria casa.
Proprio per questi ultimi reati è stata contestata l’aggravante dei motivi abietti, rappresentati dal fatto che gli stessi sarebbero stati posti in essere a titolo di “reazione punitiva” rispetto alla scelta di collaborare con la giustizia del giovane, per riaffermare il prestigio e il predominio del gruppo nel territorio.