Torna in libreria Ilaria Minardi con “La quarta dimensione del tempo”
Una lettera ricevuta per caso dal passato dà l’avvio alla trama de “La quarta dimensione del tempo”, il nuovo libro di Ilaria Minardi, edito dalla casa editrice barese Les Flaneurs Edizioni.
Attraverso una serie di flashback, il protagonista, James Murray (newyorkese d’adozione, affascinante pubblicitario che ha passato gli ultimi tre decenni a costruirsi una nuova e brillante identità sui cocci del passato) – costretto a tornare a casa dopo tantissimi anni per incontrare sua madre – rivive la propria infanzia e il rapporto con suo padre, prematuramente scomparso.
Una serie di incontri segneranno le tappe di questo lungo viaggio verso il suo passato: un caro amico (o forse un po’ di più), un ragazzo messicano che di notte diventa drag queen, una vicina di casa di sua madre dal carattere molto forte.
Storie che si intrecciano fino al risolutivo finale.
Insieme all’amico Gavin dovrà ripercorrere a ritroso la strada verso un Missouri verde come l’Irlanda, verso una figura materna cancellata da troppo tempo, verso i sogni perduti, verso se stesso. Nella consapevolezza che, come gli ripeteva l’amato padre, dove si arriva e da dove si parte sono i soli punti da tenere sempre presenti per non sbandare durante il percorso.
«In mezzo allo spiazzo, la musica era il solo elemento che gli confermava che i rintocchi dell’orologio avevano lo stesso passo di quelli di ogni altra sera della sua vita: Billy the Kid danzava ignaro (era un’evasione, quel viaggio?) mentre il vecchio Pat sentiva già i federali macinare terreno alle loro calcagna. Però non lo avrebbe mai tradito. Mai»
La quarta dimensione del tempo è un romanzo introspettivo ma anche velatamente politico.
L’autrice.
Ilaria Mainardi è pisana di origine e cosmopolita per viaggi mentali. Da sempre innamorata di cinema, lo ha studiato per cercare di capirlo e non ci è riuscita. Da questa impasse è emerso un amore ancora più solido.
L’altra sua più grande passione riguarda la drammaturgia in lingua inglese: da William Shakespeare a Martin McDonagh (che è anche uno dei suoi registi preferiti) passando per Enda Walsh e David Mamet.
Sogna di vincere la Palma d’oro a Cannes per un film sceneggiato a sei mani con i fratelli Coen e di bere un caffè nero con David Lynch.