La quarantena di un barese al Nord durante il Covid: il racconto di Massimiliano
La quarantena da Coronavirus sta attanagliando tutta la Penisola. Nord, Centro e Sud sono alle prese con smart working e con le chiusure della maggior parte delle attività. Ma come è la situazione al Settentrione?
Lo abbiamo chiesto a Massimiliano, barese purosangue da due anni residente a Modena per lavoro, insieme alla famiglia.
Com’è la situazione a Modena da un punto di vista sanitario?
Delle province emiliane, Modena, dopo Parma, è stata quella più colpita. Abbiamo attraversato giorni difficili, ma ci siamo difesi bene. Mi hanno molto colpito l’efficienza e la professionalità del settore medico-sanitario locale, che ha preso di petto l’emergenza. Le strutture sanitarie di qui, infatti, non sono andate incontro a collasso né tanto meno a saturazione e tutto è stato gestito molto bene.
Il Nord ancora sinonimo di efficienza, allora.
Sì. Ad esempio le misure adottate in tutta Italia come le ricette elettroniche qui sono in vigore da molto tempo. Nel Modenese, inoltre, è molto attiva l’industria elettromedica, tra le più efficienti d’Europa, che quindi fornisce numerosi apparecchi, molto utili in questo momento. Altro aspetto rilevante sono i tempi di attesa per una visita medica: da noi i disagi sono pressoché inesistenti.
Da quanto tempo sei in quarantena?
Io ho lavorato fino a tre settimane fa. A fine febbraio, poco prima della chiusura della zona rossa, mi sono recato per lavoro a Erba, in provincia di Como, dove ho partecipato a una fiera.
Come si sta comportando la cittadinanza?
Le denunce sono molto ridotte rispetto a quello che leggo riguardo al Sud. Anche qui c’è qualche scriteriato. I supermercati distribuiscono le mascherine a quanti ne sono sprovveduti, non si vedono assembramenti, tutti sono ligi al rispetto delle ordinanze.
Secondo te qual è stata la causa del maggiore contagio al Nord Italia?
A mio parere è dipeso dalla rete capillare di scambi e contatti a livello industriale, che può aver giocato un ruolo molto importante. Anche la densità di popolazione, forse, ha fatto la sua, ma questo non è sempre vero perché, per esempio, Bologna, che da noi dista appena 30 km, ha sofferto molto meno nonostante una popolazione molto più cospicua.
Come stai vivendo questo periodo?
Sono molto sereno. Credo che viviamo in un mondo in cui i virus sono parte integrante della nostra vita e quindi può risultare normale confrontarsi con agenti microbici simili. La gravità, in questa situazione specifica, è data dal fatto che non si conosceva l’agente responsabile del danno e quindi si è stati tutti un po’ spiazzati, Ma sono ottimista: una volta trovati l’antidoto e la cura, potremo convivere anche con questo virus.
Ti manca la tua città natale?
Devo dire la verità? No (ride ndr). Qui mi trovo molto bene.
Qual è una caratteristica dei modenesi che vorresti vedere nei baresi?
Senza dubbio l’operosità e la produttività sono due delle maggiori doti che contraddistinguono il popolo modenese. Qui tutti ci tengono molto al lavoro e vogliono svolgerlo nel migliore modo possibile, evitando di perdere tempo. Ecco: mi piacerebbe vedere questo tra i miei ex concittadini.
Facci un esempio.
Un esempio lampante di tutto questo è la Riviera romagnola che, da un punto di vista naturalistico, ha molto da invidiare alle nostre coste, ma di contro ha tutta una serie di servizi, rivolti a ogni fascia di età, che compensano. Poi mi viene in mente un episodio storico. Mirandola, un comune poco lontano da Modena, anni fa è stato distrutto da un terremoto. In poco tempo e con l’impegno di tutti si è ricostruita ogni cosa: edifici storici, palazzi e chiese.