Calcio e violenza: giornata di scontri tra i tifosi di Bari, Lecce e altre squadre
Nel giorno in cui Bari è diventata emblema di pace, dialogo e confronto, la giornata di oggi passerà alla cronaca anche per fatti che non hanno nulla a che fare con questi principi.
Se nella città di San Nicola, stamattina, quasi 40.000 fedeli provenienti da tutto il mondo si riunivano in preghiera, a un centinaio di chilometri dal capoluogo di Regione si consumava un fatto che le cronache vorrebbero ben volentieri evitato di raccontare.
Sull’autostrada A16, all’altezza di Ofanto Sud, intorno alle 13, si è consumata un’autentica guerriglia tra tifosi baresi e leccesi, diretti rispettivamente a Castellamare di Stabia e Roma.
Il bilancio parla di feriti e un paio di pulmini leccesi finiti in fiamme.
In un Paese come l’Italia, avvilito da problematiche tanto gravi quanto diffuse (come l’occupazione lavorativa del tutto precaria, la povertà le carenze di servizi d’ogni tipo, specialmente al Meridione), è il caso di aggiungere anche il calcio.
Già, il calcio. Uno sport, un hobby per molti, che dovrebbe rappresentare un motivo di aggregazione e spensieratezza, ma che spesso e volentieri si macchia di episodi come quello odierno.
Non è tutto.
Sempre nella giornata odierna, ma in quel di San Ferdinando di Puglia, si sono verificati, durante l’incontro del campionato di Prima Categoria tra la squadra locale e l’Ideale Calcio Bari, accesi scontri sugli spalti che – come si legge sulla pagina facebook della compagine foggiana – hanno portato alla sospensione della gara a poco meno di dieci minuti dal termine.
Non sono mancati i commenti di denuncia e di sgomento per tale situazione. Una spettatrice, intervenuta con un commento al post pubblicato dalla società foggiana, ha anche ammesso di essere stata colpita da una lattina di birra.
Che figura ci fa la nostra città, la regione e il calcio davanti a tutto questo?
Di certo non bella, visto che ormai, date le catalitiche capacità del web, la notizia ha fatto il giro della Penisola, già di per sé falcidiata dalla psicosi che il Coronavirus sta generando.
A prendere la parola sono state, tra gli altri, le società di Bari e Lecce che, attraverso degli appositi comunicati, si sono dissociate da ogni forma di violenza denunciando l’accaduto e auspicando che la giustizia faccia il suo corso.
“Chiedo scusa a nome della città di Bari e mi vergogno per quanto accaduto, da cittadino e da tifoso”. Questo il commento di Decaro, che rimarca come in una giornata in cui si celebrava la pace aggressioni del genere erano lontanamente contemplabili.
Il calcio con questi episodi si autolesiona, inducendo sempre meno persone a recarsi in uno stadio o a intraprendere una trasferta.
È necessario riflettere sull’accaduto.