Sequestrò imprenditore per avere il riscatto: arrestata pericolosa latitante ad Altamura
I finanzieri di Altamura hanno rintracciato e arrestato una donna di 52 anni, latitante, di origini torinesi ma di fatto dimorante a Castellaneta (Taranto), condannata in via definitiva a 8 anni di reclusione per aver sequestrato una persona a scopo di estorsione.
La donna era ricercata in Italia dal 2016 e in campo internazionale dal 2018, in quanto destinataria di un ordine di carcerazione e di un mandato di arresto europeo poiché ritenuta responsabile, insieme a 3 soggetti di origine slava, di avere sequestrato, il 15 giugno 2005, a scopo di estorsione, un imprenditore di Prato, che la stessa donna aveva conosciuto per ragioni professionali, in occasione delle trattative avviate con l’uomo per l’acquisto di un centro estetico.
L’affare, però, non si era concretizzato in quanto l’uomo aveva scoperto che la 52enne era persona protestata e, per tale motivo, l’aveva allontanata.
La donna, tutt’altro che rassegnata, decise di costringere l’imprenditore a consegnare la somma non dovuta di 180 mila euro o in alternativa cambiali per pari importo.
In particolare l’arrestata – con il supporto di tre complici slavi – avrebbe fermato l’uomo mentre usciva dalla sua abitazione di Firenze per spingerlo violentemente, contro la sua volontà, all’interno di un’auto che avrebbe poi imboccato l’autostrada A1 in direzione Nord.
Una volta giunti a Bologna, l’imprenditore sarebbe stato trasferito in un appartamento dove, dapprima, sarebbe stato percosso con un bastone agli arti e all’addome e, dopo, legato intorno al collo con fili elettrici.
Quindi, la donna – sempre con l’ausilio dei tre complici slavi – dopo aver minacciato di nuovo il malcapitato di consegnare quanto richiesto con l’uso di un cutter, lo avrebbe fatto risalire nell’auto per poi abbandonarlo privo di denaro e dei suoi effetti personali nei pressi della locale stazione ferroviaria.
A quel punto l’imprenditore – ormai libero, ma sotto shock – avrebbe denunciato i sequestratori, poi condannati a 8 anni di carcere.
Grazie alla segnalazione da parte di un cittadino insonne (che aveva notato la presenza di una persona mai vista prima all’interno di una palazzina, la quale – con fare circospetto – era solita uscire solo nelle ore serali e rientrare a notte inoltrata), le Fiamme Gialle altamurane hanno effettuato una mirata attività d’indagine, anche attraverso specifici appostamenti e pedinamenti.
È emerso che la donna era la pericolosa latitante, che aveva preso in locazione un appartamento a Castellaneta, dove viveva clandestinamente “sotto falso nome”, utilizzando una carta d’identità riportante la sua fotografia e i dati anagrafici di un’altra persona residente a Napoli.
Una volta individuati compiutamente la donna e il suo nascondiglio, i militari hanno fatto scattare il blitz.
La latitante, prima, ha dichiarato di chiamarsi D’Angelo Silvana, esibendo una falsa carta d’identità; dopo, messa alle strette dai finanzieri, ha ammesso di chiamarsi come in realtà e di essere ricercata.
La donna è stata arrestata in flagranza per il reato di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.
Poi è stata portata nel carcere di Taranto.