Armi e droga: sgominato il clan Dello Russo di Terlizzi
Duro colpo al clan Dello Russo di Terlizzi. Questa notte, infatti, i carabinieri hanno arrestato decine di persone e compiuto numerose perquisizioni domiciliari alla ricerca di armi e droga.
L’accusa è di associazione finalizzata al traffico di droga, con l’aggravante della disponibilità di armi.
Durante la complessa indagine – avviata nel 2014 – erano già state arrestate 10 persone e sequestrate ingenti quantità di cocaina, eroina, marijuana e hashish.
Le investigazioni hanno permesso di documentare un’abbondante serie di elementi a riprova del perdurante operare dell’organizzazione criminale facente capo a Roberto Dello Russo (legato a Domenico Conte, affiliato al clan Capriati di Bari e operativo a Bitonto), affiancato dai suoi soci Giambattista De Sario e Paolo Ficco, attiva nella vendita e distribuzione di droga di ogni tipo a Terlizzi, attraverso modalità violente affinché nessun altro potesse esercitare, neppure a livello individuale, la stessa attività.
Al Dello Russo e al Ficco sono infatti contestate anche le lesioni con sfregio permanente del viso in danno di uno spacciatore, ‘punito’ perché aveva smerciato sulla piazza della marijuana di cui si era approvvigionato altrove.
Le stesse indagini hanno permesso anche di sequestrare droga nella disponibilità della consorteria, che manteneva importanti rapporti “commerciali” con sodalizi attivi nel capoluogo e nella provincia di Lecce e riforniva di narcotico, in regime di monopolio, le varie piazze di spaccio di Terlizzi, gestite da propri referenti.
Si è ricostruito, infine, anche il modus operandi delle varie squadre di spacciatori al dettaglio attive a Terlizzi (ciascuna specializzata nello smercio di una determinata tipologia di stupefacente: marijuana, hashish, cocaina ed eroina), che raccoglievano le richieste su utenze telefoniche fittiziamente intestate a terzi utilizzando un linguaggio criptato per indicare la qualità e la quantità richiesta, del tipo “mezz’ora”, “un’ora”, “mezza birra” “una birra”, “birra grande”, “birra piccola”, “un fratello grande”, “un fratello piccolo”, “colore bianco”, “colore nero”.
Le squadre eseguivano le consegne in favore degli acquirenti – provenienti anche dai comuni di Ruvo di Puglia, Corato, Molfetta e Giovinazzo – prevalentemente in aree periferiche o rurali del paese, dove i pusher occultavano il narcotico all’interno di contenitori nascosti tra la vegetazione, o nei muretti a secco o ancora celandolo in pacchetti di sigarette abbandonati in luoghi isolati.