Vendevano falsi dipinti di Nino Caffè e altri pittori: rinviati a giudizio 23 soggetti
Associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione e al commercio in tutta Italia di falsi dipinti attribuiti al maestro Nino Caffè.
È l’accusa di cui dovranno rispondere 23 persone, scoperte e incriminate dai carabinieri del comando Tutela Patrimonio Culturale di Bari.
Tra gli artisti rimasti vittime di questa losca organizzazione ci sarebbero anche Mario Schifano, Paolo Scheggi, Victor Vasarely, Franz Borghese e Luca Alinari.
Le indagini, avviate nel marzo del 2013, hanno consentito di requisire ben 21 opere del maestro Nino Caffè presentate durante l’Expo Arte della Fiera del Levante di Bari. Queste presentavano caratteristiche pittoriche molto simili ad altri quadri contraffatti, già sequestrati nel corso di indagini precedenti.
Sarebbero state complici anche diverse gallerie, aziende, privati, mercati e collezionisti, che hanno messo sul mercato le opere, favorendo così i delinquenti.
Le indagini hanno consentito di identificare e individuare gli autori materiali dei falsi.
Secondo gli inquirenti il ruolo fondamentale era svolto dal curatore dell’archivio del Maestro, il quale provvedeva a commissionare le false opere a pittori compiacenti e autenticare ogni dipinto contraffatto, del quale rilasciava anche i relativi certificati di autenticità.
Lo stesso ha pubblicato, con la collaborazione di un gallerista e di un editore, tre “cataloghi generali delle opere di Nino Caffè” (in realtà false), più un quarto catalogo in fase di realizzazione, promuovendo mostre monotematiche, con il coinvolgimento di inconsapevoli personalità politiche ed ottenendo, per alcune, addirittura l’Alto Patrocinio del Senato della Repubblica e della Comunità Europea.
Ogni opera, venduta a collezionisti in tutta Italia, veniva ceduta grazie al potere derivante dalla certificazione di autenticità e alla sua pubblicazione su cataloghi.
Sono stati sequestrati ben 481 dipinti attribuiti al maestro Caffè (oltre 200 solo tra Puglia, Basilicata, Marche e Abruzzo).
Gli indagati sono stati rinviati a giudizio dopo essere stati ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata a ricettare e alla contraffazione di opere d’arte.
Le opere catalogate – e presenti nell’archivio del curatore – che sono state sequestrate ammontano a 3574.
Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati anche 2787 cataloghi generali delle opere di Nino Caffè, contenenti l’85% di opere pittoriche false.
I falsi hanno fruttato all’organizzazione criminale circa un milione e mezzo di euro.