Le ‘sardine’ a Bari: oltre tremila persone in piazza. L’intervista a Chiara Vitale
Le sardine si sono compattate, ieri, in piazza della Libertà, a Bari. Oltre 3.000 persone – 5.000 per gli organizzatori – sono scese in piazza: giovani, pensionati, adolescenti, famiglie.
Tutte le generazioni sono coinvolte in questo movimento partito da Bologna e che sta creando un vero e proprio maremoto in tutta Italia. “È davvero bello vedere tutta questa gente. È una piazza eterogenea che racchiude in sé la bellezza”. Questo il pensiero di Chiara Vitale, una delle organizzatrici del Movimento delle Sardine di Bari.
Continua Chiara: “Qui non vogliamo discutere di strategie politiche da attuare, di cosa votare o meno. Il Movimento diffida dall’appartenenza politica. È un movimento trasversale che include persone che sposano l’idea di una Repubblica democratica non basata sull’odio, ma sulla gentilezza”.
Proprio gentilezza è la parola chiave delle sardine. A tal proposito Chiara dice: “Oggi sembrano essersi smarriti l’etica e la moralità. E invece occorre che questi due principi tornino alla base di ogni tipo di discussione, prima di parlare di finanziamenti e strategie politiche”.
È una rivoluzione gentile quella che si pongono le sardine, che punta ad una vera spinta democratica dal basso partendo dai principi fondamentali della comunità.
Durante la manifestazione sono stati letti, infatti, alcuni principi della Costituzione. Ed è ciò che ripete Chiara: “Siamo qui in piazza per andare a manifestare e contrastare una logica politica che non ha all’interno della discussione l’interesse del Paese. Al suo interno mancano i temi caratterizzanti della società. Non c’è una tematica e una strategia da affrontare sulla questione del lavoro, dell’ambiente, della salute”.
Le sardine si oppongono a ciò che è vicino al sovranismo: forte è l’attenzione all’antifascismo e ai continui linguaggi di razzismo, anche da parte della politica, tralasciando così altre problematiche che Chiara ricorda: “Si parla molto di immigrazione, ma un dato importante è quello della gente che lascia questo Paese, studenti e lavoratori che sono costretti ad andare via”.
Sul piccolo palco di fronte ai manifestanti che mostravano le loro fantasiose ‘Sardine di cartone’ gli interventi hanno toccato le problematiche più urgenti: l’immigrazione, i diritti per tutti, il precariato. Si è parlato del valore della cultura e del suo patrimonio, in Italia a lungo vittima di taglia. Si è discusso delle prospettive lavorative, dello smart working e del diritto di ognuno di poter organizzare e realizzare la propria vita.
Molti cittadini hanno appeso messaggi e proposte sulle rete allestita in piazza. La volontà è quella di riportare la comunità ad un incontro reale, di ritornare ad un incontro dialogante e costruttivo.
La tappa di Bari del Movimento delle Sardine ha un particolare significato per quanto riguarda l’accoglienza. “Bari è sempre stata città accogliente che non ha mai chiuso i suoi porti e le sue frontiere” dice Chiara, che continua: “L’integrazione può essere un punto di forza per lo sviluppo di un Paese: la differenza giova alla società culturalmente e politicamente. C’è necessità di avere un ritorno ai principi costituzionali. Oggi si percepisce un’eccessiva propaganda d’odio, senza analizzare le reali criticità o soluzioni”.