Omicidio Benedetto Petrone, 42 anni dopo. Decaro: “La storia di Benny è la nostra storia”
Si è tenuta questa mattina la cerimonia, organizzata dall’amministrazione comunale, per ricordare Benedetto Petrone, giovane militante comunista ucciso 42 anni fa da una squadraccia fascista in piazza Libertà.
Dopo la deposizione di una corona di alloro nei pressi della targa stradale di via Benedetto Petrone, si è svolta una manifestazione del Coordinamento antifascista per le vie della città vecchia, che ha percorso piazza Libertà, via Petrone, piazza Chiurlia (lapide Di Vittorio), largo Annunziata (casa natale di Benny), via Venezia (pietra d’inciampo Michele Romito), scuola Dimonede Fresa, piazza del Ferrarese.
In seguito è stata deposta una corona di alloro anche presso la lapide commemorativa di piazza Libertà.
All’organizzazione dell’iniziativa hanno partecipato pure il Comitato XXVIII Novembre, il Coordinamento provinciale antifascista, l’ANPI e l’IPSAIC.
“La storia di Benny – ha detto il sindaco Decaro durante la cerimonia – è la nostra storia. Una storia di parte, una parte netta, quella antifascista, ed è la storia del nostro Paese, fondata sui principi di libertà, di democrazia, di rispetto della libertà di pensiero e di espressione, scritti nella nostra Costituzione”.
“In questo periodo – ha proseguito il primo cittadino – gli anticorpi democratici sembrano vacillare di fronte all’odio e alla violenza espressi da più parti: se siamo costretti a mettere sotto scorta una donna di 89 anni che ha vissuto l’orrore dell’Olocausto, significa che quei principi sono seriamente a rischio. E noi non possiamo permetterlo. Per questa ragione i sindaci di tutta Italia, indipendentemente dalla sensibilità politica di ciascuno, si ritroveranno il 10 dicembre a Milano per essere la scorta civile di Liliana Segre, perché non c’è spazio per nessun fanatismo, se non quello della libertà e della democrazia”.
“Ricordare ogni anno l’omicidio di Benny – ha detto ancora Decaro – non è un rito vuoto, una commemorazione stanca: siamo qui non solo per ricordare un giovane militante ucciso per le sue idee, ma per testimoniare che noi tutti, insieme, siamo anticorpi viventi di democrazia e insieme dobbiamo difendere i nostri principi costituzionali. Benny ha lasciato un segno indelebile nella nostra città con la sua passione, con il suo impegno sociale, con la sua battaglia contro le disuguaglianze nella città vecchia. E noi su quella traccia stiamo andando avanti, con l’aiuto di tutti quelli che sono al nostro fianco”.