Nasce Villa Artemisia, il nuovo spazio polifunzionale nell’immobile confiscato alla mafia
È stato inaugurata stamattina, alla presenza della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, Villa Artemisia, il nuovo spazio polifunzionale ricavato da un immobile confiscato al boss mafioso Antonello Lazzarotto.
La villa, che si trova nel quartiere Santo Spirito (corso Umberto I, 57), è stata “riconsegnata” alla città dal sindaco Decaro, con l’obiettivo che diventi presto un importante luogo di inclusione sociale.
Il progetto di riqualificazione nasce nel 2001, dopo la richiesta di affidamento del bene confiscato da parte della cooperativa sociale CAPS.
Da allora sono stati avviati numerosi progetti volti alla valorizzazione dell’edificio sia sotto il profilo fisico sia sotto quello sociale, candidando di volta in volta la villa a una serie di iniziative promosse da vari enti per sostenere percorsi di antimafia sociale, a partire dal riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
La villa, un tempo quartier generale della malavita, oggi ospita un bed&breakfast, un bistrot, diversi spazi per la socializzazione, oltre ad essere un punto di riferimento per i giovani di Care Leavers impegnati in un progetto di riscatto sociale.
“Questo luogo – ha detto il sindaco Decaro – è un simbolo di un periodo oscuro della nostra città, la Bari degli anni ’90, quando qui venne Antonello Lazzarotto, che decise di instaurare relazioni criminali con le cosche locali e la ‘Ndrangheta, mettendo in piedi un traffico internazionale di droga con proventi che arrivavano fino a mezzo miliardo al giorno. Questa villa purtroppo era frequentata anche dalla ‘Bari bene’, in un momento in cui la nostra città era ostaggio dei clan Parisi, Strisciuglio e Capriati. I clan esistono ancora, ma sono stati fortemente indeboliti dal lavoro straordinario svolto in questi anni dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, che torno a ringraziare a nome della nostra città”.
“Oggi – ha continuato il primo cittadino – esiste una nuova consapevolezza rispetto ai danni che la cultura criminale ha causato al nostro territorio, ed è bello che un simbolo, un tempo negativo, sia diventato un simbolo positivo, che parla di riscatto e di possibilità di un futuro diverso: i ragazzi che gestiranno questo luogo hanno perso i loro legami familiari qualche anno fa ma, grazie allo Stato, nei prossimi mesi ritroveranno qui la loro famiglia nei volti delle persone che frequenteranno il bistrot e il b&b di Villa Artemisia”.
Il racconto di Artemisia parte da lontano, da quando, negli anni Novanta, al clan Lazzarotto viene confiscata una villa con i relativi terreni circostanti, che sorge a Santo Spirito, dove si organizzava e manteneva un traffico internazionale di stupefacenti.
Questa villa diviene il primo esempio di confisca alla criminalità in terra di Bari. L’obiettivo era quello di riqualificare e valorizzare il patrimonio sottratto alla criminalità organizzata per offrirlo alla collettività.
Nel 2001 la cooperativa sociale CAPS – come abbiamo già accennato – ne chiede l’assegnazione presentando un progetto di trasformazione e valorizzazione che punta a insediare una comunità terapeutica per giovani donne tossicodipendenti con figli in uno dei centri più importanti di spaccio sottratti alla criminalità.
Gli interventi di riqualificazione strutturale, conclusi a settembre 2019, hanno consentito la realizzazione, all’interno di Villa Artemisia, di un Gruppo Appartamento per giovani adulti, un bistrot, un B&B, un orto sociale, aree verdi con piscina per leisure e socializzazione, spazi per il co-working.
Le attività di Artemisia saranno aperte a cittadini, turisti, visitatori e saranno co-gestite da un gruppo di giovani Care Leavers, ragazzi di età compresa tra i 18 e i 21 anni, rimasti improvvisamente privi di validi supporti, o che già da minori hanno vissuto esperienze di accoglienza extra familiare in comunità educative.
I giovani, segnalati dai servizi sociali comunali e municipali, potranno vivere per 12 mesi all’interno del Gruppo appartamento per giovani adulti e saranno coinvolti in un intenso percorso formativo e di inserimento lavorativo all’interno della “Accademia del Turismo” istituita presso Artemisia, che prevede attività di formazione teorica e pratica, tutoraggio e affiancamento da parte di uno staff tecnico-sociale qualificato nel settore della ristorazione, dell’accoglienza turistico-alberghiera e dell’agricoltura.
Ai ragazzi Care Leavers sarà riconosciuta, inoltre, una borsa lavoro per l’intera durata del percorso, nel corso del quale saranno realizzati interventi di accompagnamento graduale all’autonomia economica, lavorativa e alloggiativa.
Villa Artemisia punta a rappresentare un’esperienza pilota a livello nazionale rispetto ai temi dell’accoglienza e inclusione socio-lavorativa di giovani Care Leavers, attraverso la realizzazione di un complesso di attività autosostenibili, aperte al territorio e tramite l’attivazione di misure volte alla piena autonomia dei beneficiari, in un’ottica non assistenzialistica.
Le attività che saranno realizzate in Villa Artemisia, promosse in un contesto culturalmente e socialmente stimolante, puntano a favorire la professionalizzazione e la piena emancipazione dei giovani neomaggiorenni, scongiurando così il rischio di scivolamento in condizioni di povertà e di marginalità e contrastando il potenziale coinvolgimento dei beneficiari in contesti di illegalità, che spesso origina da condizioni di bisogno e dall’assenza di opportunità e reti sociali di riferimento.