Colpito il clan “D’Abramo-Sforza” di Altamura: oltre 50 persone arrestate tra Lazio, Puglia e Basilicata
Questa notte il nucleo investigativo dei carabinieri di Bari ha eseguito 58 ordinanze di custodia cautelare, tutte emesse dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Bari.
Dei 58 destinatari, 49 sono finiti in carcere, 5 ai domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’ordinanza è stata eseguita nei territori di Bari, Altamura, Foggia, Cerignola, Matera, Lecce e Roma.
L’operazione ha permesso di disarticolare il clan “D’Abramo-Sforza” di Altamura. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, anche armata, detenzione e porto di armi, anche da guerra, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, estorsione, turbativa d’asta.
Eseguito, inoltre, il sequestro di quattro immobili e di un esercizio commerciale del valore complessivo di oltre 2 milioni di euro, nonché due autovetture di grossa cilindrata.
Nel corso dell’indagine i carabinieri avevano già recuperato un considerevole quantitativo di droga pari a circa 5 chili di cocaina, 9 chili di marijuana e 16 chili di hashish.
L’operazione – convenzionalmente denominata “Nemesi” – è il frutto di un’indagine avviata nel 2017 dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari, sviluppata quasi esclusivamente mediante servizi di osservazione e pedinamento effettuati sul territorio, accompagnati da attività tecniche d’intercettazione telefonica e ambientale, che hanno consentito di:
1) documentare l’operatività dell’organizzazione criminale facente capo a Michele D’Abramo e Giovanni Sforza (legata al clan Parisi di Bari), attiva nel territorio di Altamura, con la commissione di una serie di attività delittuose, tra cui il traffico di stupefacenti, i reati contro il patrimonio (estorsioni), contro la persona (omicidi e tentati omicidi), in materia di armi, e contro la pubblica amministrazione (turbata libertà degli incanti);
2) sequestrare notevoli quantitativi di droga nella disponibilità del sodalizio, che si riforniva dal clan Parisi-Palermiti di Bari e da Cerignola;
3) disporre il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 4 appartamenti e di due autovetture sulla base dell’accertata sproporzione tra i redditi dichiarati e il tenore di vita dei nuclei familiari di Michele D’Abramo, Giovanni Sforza – capi cosca – Pasquale Sciannanteno e Luigi Sforza – loro luogotenenti.
L’indagine ha permesso di identificare i mandanti e gli esecutori materiali dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Angelo Popolizio, scomparso ad Altamura il 7 agosto 2014, di due tentativi di omicidio (ai danni di Nicola e Mario Dambrosio (verificatisi, rispettivamente, il 30 agosto 2012 e il 31 luglio 2014).
Nell’ambito dell’inchiesta è emerso, altresì, come un imprenditore edile altamurano, responsabile della ditta incaricata dell’esecuzione dei lavori di costruzione del ‘centro di ristorazione sociale per persone disagiate’ di Gioia del Colle (BA) – danneggiato, nel 2016, da un incendio doloso occorso a pochi giorni dalla sua inaugurazione – e successivamente impegnato con la sua impresa nella realizzazione di alloggi di edilizia popolare a Grumo Appula (BA), fosse rimasto vittima – in entrambi i casi – di estorsioni (non denunciate) da parte della criminalità locale e costretto ad assumere personale per ottenere la cosiddetta ‘protezione’.
Egli, inoltre, si sarebbe reso responsabile della corruzione di un funzionario amministrativo già in servizio presso la Regione Puglia, per accelerare l’emissione dei mandati di pagamento.