Sedici anni fa l’omicidio di Gaetano Marchitelli, quindicenne vittima innocente di mafia
Sedici anni fa la mafia uccideva “per errore” Gaetano Marchitelli, studente barese di 15 anni.
Era il 2003, e il quartiere era Carbonara. Oggi Gaetano avrebbe compiuto 31 anni.
Per commemorare la giovane vittima di mafia, il sindaco Decaro e la presidente di Municipio Grazia Albergo hanno presenziato a una cerimonia in piazza Umberto, proprio a Carbonara.
”Orami sono passati 16 anni – ha detto il sindaco -; Gaetano ne aveva solo 15 quando l’hanno ammazzato, qualcuno dice che quella sera era nel posto sbagliato. Ma in realtà non esistono posti sbagliati, perché ognuno di noi deve essere libero di andare dove vuole. Esistono, invece, persone sbagliate, quelle che lo hanno ucciso, persone per le quali la vita degli altri, la vita di un innocente, non vale niente”.
Gaetano è stato ucciso, ricorda Decaro, “a causa della guerra tra due clan rivali, gli Strisciuglio e i Di Cosola, ed è di ieri la notizia che l’organizzazione dei Di Cosola è stata definitivamente spazzata via con la notifica di 40 ordini di carcerazione, 20 dei quali nei confronti di persone già detenute”.
“Restano gli Strisciuglio – continua il primo cittadino – che stanno provando a recuperare terreno, a Bari e in altre città del Barese, ma sono sicuro che le forze dell’ordine e la magistratura riusciranno a cancellare anche loro dal nostro territorio e dalla nostra comunità. Una comunità che deve trovare la forza di reagire: ritrovarci insieme, anno dopo anno, per ricordare Gaetano significa dire che non dimentichiamo l’omicidio di un ragazzo giovanissimo, un ragazzo per bene, che studiava e che faceva piccoli lavoretti per guadagnarsi da vivere e non gravare sulla sua famiglia”.
“Oggi – conclude Antonio Decaro – Gaetano avrebbe avuto 31 anni e, sebbene niente potrà restituirlo ai suoi genitori, Vito e Francesca, il nostro essere qui equivale a ribadire che non abbiamo nessuna intenzione di voltare la faccia dall’altra parte quando incontriamo quelle persone, quelle persone che estorcono, taglieggiano, ricattano e uccidono. Per questo è importante denunciare, come hanno fatto gli imprenditori che con la loro testimonianza hanno inchiodato gli affiliati al clan Di Cosola. È importante denunciare, anche in forma anonima, non solo per se stessi, ma per un’intera comunità che vuole affermare che ogni vita ha valore e che quello che è accaduto a Gaetano non deve più ripetersi”.