Alzheimer, presentate le attività realizzate dal progetto ‘Comunità amica della demenza’
Sono state presentate questa mattina le prime attività svolte nell’ambito del progetto “Comunità amica della demenza”, avviato dall’associazione Alzheimer Bari con l’obiettivo di offrire sostegno e sollievo ai malati e ai loro familiari.
Il progetto intende ridurre il più possibile gli ostacoli che i pazienti affetti da Alzheimer incontrano nel muoversi in città e accedere a tutta una serie di servizi.
Per questo prevede attività di informazione (e formazione) sull’Alzheimer rivolte a quanti svolgono attività di interesse pubblico o che per lavoro possono entrare in contatto con i malati o i loro familiari, in un momento di difficoltà.
L’Alzheimer è una patologia neurodegenerativa che colpisce inizialmente la memoria sino a rendere, negli ultimi stadi, chi ne è affetto incapace di badare a se stesso nei più elementari bisogni quotidiani.
Nel mondo si diagnostica un caso di Alzheimer ogni 3 secondi. I malati e i loro familiari spesso si ritrovano da soli a fronteggiare il dramma: in Puglia sono stimati oltre 70 mila casi.
“Il progetto Dementia friendly – ha spiegato Katia Pinto, vice presidente dell’associazione Alzheimer Italia – prevede in sostanza l’educazione e la sensibilizzazione di tutti i cittadini al rispetto di tutti gli anziani, in particolar modo di quelli colpiti dalla demenza. Significa rendere partecipi tutti, davvero tutti, alla vita della collettività. Ma per realizzarlo appieno occorre siglare un’alleanza forte tra associazioni di volontariato, i familiari, gli enti territoriali, ai quali va assegnato il compito di formare gli operatori, le farmacie, le famiglie, i giovani. È fondamentale il rispetto della dignità di tutti, in una ‘città amica’ chiamata ad assicurare a ogni individuo un’esistenza decorosa. In particolare, una comunità amica della demenza deve comprendere e rispettare il dolore e combattere la solitudine di queste persone, valorizzare la generosità e contribuire a trovare, insieme, una cura. Per iniziare, abbiamo già raggiunto un accordo con i 13 supermercati Spesapiù all’interno dei quali, in certe giornate, i richiedenti possono essere accompagnati dagli operatori tra gli scaffali, o usare un percorso preferenziale, o essere aiutati alle casse, in modo da non avere mai la sensazione di sentirsi soli: un’idea che ha già avuto più di cento adesioni, numero è in aumento. Abbiamo raggiunto un’intesa anche con il centro di estetica ‘Il velo di Maia’, dove personale adeguatamente formato si prenderà cura dell’estetica della persona tenendo conto della sua condizione. Un ulteriore realtà che ha voluto condividere questo approccio è l’Orto Domingo, luogo dove, facendo giardinaggio, è possibile stabilire contatti e scambi. Prossimamente, invece, utilizzeremo dei visori altamente sofisticati, attraverso i quali faremo formazione. Gli operatori, indossando gli apparecchi, avranno la visione reale di come l’ammalato percepisce l’ambiente, comprendendone così le difficoltà. Queste esperienze virtuali saranno poi spiegate, ad esempio, nelle farmacie e nelle scuole, in modo da preparare più adeguatamente le persone, professionisti e ragazzi, a fronteggiare le situazioni nelle quali si imbatteranno quando avranno a che fare con i malati”.
“Oggi – ha detto l’assessora Bottalico – poter parlare di Alzheimer non soltanto da un punto di vista strettamente medico, quindi come un problema, ma come un’opportunità per l’intera comunità, è un obiettivo particolarmente significativo. Parliamo infatti del patrimonio di idee e di azioni costruito in questo anno dal Municipio II (che è promotore dell’iniziativa, nonché il Municipio che la “ospita”, ndr), che dimostra come le persone colpite da Alzheimer possano, insieme alla propria comunità, costruire dei luoghi di accoglienza nei quali essere ascoltati e accompagnati durante lo svolgimento di mansioni quotidiane con l’aiuto di veri stakeholders: supermercati, forze dell’ordine, altri cittadini, oltre alle strutture di cura già esistenti sul territorio, tutti uniti nell’obiettivo di lenire il disagio sofferto dagli utenti che hanno difficoltà a relazionarsi correttamente con l’ambiente che li circonda”.
“Questa iniziativa – ha sottolineato Pietro Schino, presidente di Alzheimer Bari – è inserita nella cornice della Giornata mondiale dell’Alzheimer, ma in realtà si dovrebbe parlare, più che di giornata, di mese dell’Alzheimer. Sabato 21 settembre, infatti, è in programma un convegno nel quale si parlerà di ulteriori aspetti della demenza e delle modalità di cura del problema. I problemi principali di questa patologia sono essenzialmente due: il primo è la paura di svelarsi, una situazione che ha portato talvolta a gesti suicidi; il secondo è la condizione di solitudine per contrastare la quale è necessario promuovere momenti di sensibilizzazione e di consapevolezza. Per realizzare questo obiettivo occorre l’indispensabile aiuto delle comunità che si interessano della demenza, in modo che persone con lo stesso problema possano aiutarsi reciprocamente”.