Caporalato a Noicattaro, arrestati in due per sfruttamento del lavoro: uno è un imprenditore di 80 anni
Un uomo di 80 anni, titolare di un’impresa agricola di Noicattaro, e un ghanese di 41, sono stati arrestati dai carabinieri per sfruttamento del lavoro.
Il secondo, in particolare, sarebbe ritenuto responsabile del reclutamento di alcuni suoni connazionali, che poi sarebbero stati appunto sfruttati nell’azienda dell’80enne.
Durante alcuni servizi di controllo, infatti, i carabinieri avevano individuato alcuni vigneti, all’interno di una vasta azienda agricola, nei cui pressi c’erano una roulotte e un container.
Qui vivevano alcuni giovani di origine africana che, sin dalle prime luci dell’alba, si occupavano di tutte le attività riguardanti la cura delle piante e la raccolta dell’uva.
I militari hanno quindi proceduto ad un controllo all’interno dell’azienda. Qui, alla presenza del titolare dell’attività, sono stati identificati 4 ghanesi, di età compresa tra i 21 e i 41 anni, uno dei quali aveva il permesso di soggiorno scaduto.
Dalle verifiche è emerso che il 41enne, regolarmente assunto nell’azienda, aveva il compito di reclutare la manodopera da impiegare e di organizzare e dirigere le varie mansioni degli altri lavoratori, in danno dei quali sono state accertate chiare condizioni di sfruttamento.
Questi ultimi, infatti, erano impiegati come autentici ‘factotum’, lavorando in media 6/8 ore al giorno e ricevendo una paga giornaliera di 35 euro, quando il contratto collettivo nazionale, per le stesse mansioni, ne prevede almeno 67 lorde.
Per tutti erano riservati alloggi fatiscenti, ricavati all’interno di un box in lamiera e della vecchia roulotte, ammassate in un terreno brullo, al centro della proprietà, invisibili dall’esterno, nei cui spazi ristrettissimi i lavoratori dormivano e cucinavano, in cattive condizioni igieniche.
I carabinieri hanno inoltre constatato che chi si lamentava veniva poi minacciato dal “caporale” di essere sostituito, perdendo così il lavoro che permetteva ad ognuno di loro di mantenere le rispettive famiglie nel Paese d’origine.
L’80enne e il 41enne sono stati entrambi arrestati con l’accusa, rispettivamente, di sfruttamento del lavoro e di intermediazione illecita. Ora si trovano agli arresti domiciliari.
Sono state inoltre contestate altre violazioni connesse quali: l’impiego di lavoratori privi di permesso di soggiorno, l’omessa formazione dei dipendenti sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro e mancata valutazione delle condizioni di salute in relazione all’impiego; l’impiego di lavoratori subordinati “in nero” e il divieto di retribuzione mediante pagamenti non tracciabili.
Contestualmente sono state elevate sanzioni amministrative per circa 31.000 euro e ammende per quasi 20.000 euro, nonché adottata la misura cautelare della sospensione dell’attività produttiva.