Bari, ok ai contributi alle scuole private. Aumenta il buono-scuola per le famiglie meno abbienti
La Giunta comunale ha approvato lo schema di convenzione che sarà sviluppato il Comune di Bari e le scuole dell’infanzia paritarie private inserite nell’elenco dell’Ufficio Scolastico Regionale utile all’erogazione dei contributi comunali e regionali per l’esercizio finanziario 2019 (anno scolastico 2019/2020).
Anche per il nuovo anno scolastico il contributo è lo stesso degli scorsi anni, pari a 500.000 euro.
Il contributo comunale e regionale verrà erogato alle scuole dell’infanzia paritarie private convenzionate che si impegnino ad applicare una retta di frequenza non superiore a:
– € 180 mensili, nei confronti delle famiglie aventi un reddito ISEE compreso tra € 0 e 10.000;
– € 210 mensili, nei confronti delle famiglie aventi un reddito ISEE compreso tra € 10.000 e 25.000.
L’ammontare complessivo annuo del contributo comunale verrà erogato secondo le modalità di seguito indicate:
- € 162.000 annui in favore delle scuole dell’infanzia paritarie private che effettuano il servizio di refezione, che dovrà essere direttamente organizzato e gestito dalle scuole dell’infanzia paritarie, anche mediante esternalizzazione del servizio.
Il gestore avrà facoltà di richiedere alle famiglie una retta per la copertura delle spese per il servizio di refezione scolastica che in ogni caso non potrà superare l’importo di 87 euro mensili.
- € 208.200 annui in favore delle scuole dell’infanzia paritarie private, a copertura parziale delle rette di frequenza attraverso la selezione di famiglie che beneficeranno di un contributo sulla retta di frequenza.
La Ripartizione comunale provvederà a pubblicare un apposito avviso pubblico diretto ad individuare 347 alunni aventi diritti al buono scuola dell’importo complessivo di € 600 (€ 60 mensili x 10 mesi) ciascuno.
Il buono scuola consentirà all’alunno la frequenza, nell’anno scolastico di riferimento, nella scuola dell’infanzia paritaria privata convenzionata scelta dalla famiglia.
Avranno diritto al buono scuola gli alunni inseriti nella graduatoria formata a seguito dell’applicazione dei seguenti criteri:
- Reddito familiare ISEE compreso tra € 0 ed € 25.000.
- A parità di reddito ISEE, il Comune garantirà la priorità alle famiglie in cui lavorano entrambi i genitori e agli alunni inseriti nella lista d’attesa delle scuole dell’infanzia statali e comunali.
Ciascuna scuola dell’infanzia paritaria privata convenzionata richiederà alle famiglie aventi diritto al buono-scuola una retta mensile pari alla differenza tra la somma di € 60, a carico del Comune, e l’importo della retta di frequenza standard applicata.
L’ulteriore somma di € 129.800 verrà suddivisa, per ciascun anno scolastico di riferimento, tra il numero di sezioni funzionanti.
Il contributo sarà erogato per l’acquisto di materiale didattico e spese di gestione.
Il Comune si impegna a garantire alle famiglie che ne facciano richiesta, il servizio trasporto per gli alunni frequentanti le scuole paritarie private convenzionate utilizzando i mezzi già impegnati e le fermate già programmate per le restanti scuole.
“Le scuole dell’infanzia paritarie – chiosa l’assessora Paola Romano – sono una realtà importante della nostra città, un luogo di lavoro per centinaia di persone, tra docenti e personale amministrativo, che tante famiglie scelgono per vicinanza territoriale o in base all’offerta formativa che può prevedere servizi differenti dalle altre scuole e maggior flessibilità degli orari. Anche quest’anno abbiamo voluto rinnovare questo accordo prevedendo per le famiglie con reddito basso un sostegno per la retta e, seppur di poco, siamo riusciti ad aumentare il contributo che il Comune, attraverso il buono scuola, dà alle famiglie con un reddito ISEE più basso, favorendo l’iscrizione a scuola di tutti i bambini e le famiglie che fanno questa scelta”, ha concluso Romano.
Secondo la convenzione, ogni scuola dell’infanzia paritaria privata si impegna, in via permanente:
- all’ammissione di tutti i bambini residenti nel Comune di Bari senza discriminazioni di sesso, razza, etnia, cultura e religione, garantendo la priorità ai bambini inseriti nelle liste d’attesa delle scuole dell’infanzia comunali e ai bambini residenti nella zona di competenza;
- a comporre le sezioni secondo un criterio di pluralità di fasce socio-economiche compatibilmente con la composizione delle sezioni secondo un criterio di omogeneità di età dei bambini;
- a garantire gli standard qualitativi – rapporto sezione/iscritti, sezione/insegnanti, organico/supplenze, sostegno/assistenza agli alunni in situazione di handicap stabiliti dalla normativa vigente e a mantenerli nel periodo di vigenza della presente Convenzione;
- all’accoglienza di alunni stranieri residenti e/o domiciliati, nonché alla loro integrazione, anche attraverso la predisposizione e realizzazione di progetti specifici;
- a garantire un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione e un piano dell’offerta formativa conforme agli ordinamenti e alle disposizioni vigenti;
- a garantire l’utilizzo di locali scolastici strutturalmente funzionali e idonei allo svolgimento dell’attività didattica;
- a garantire l’utilizzo di attrezzature didattiche proprie del tipo di scuola di infanzia e conformi alle norme vigenti in materia di sicurezza;
- ad assicurare gli alunni contro gli infortuni possibili nello svolgimento dell’attività didattica;
- a garantire l’applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di minori con handicap o in situazione di svantaggio;
- ad utilizzare personale docente regolarmente inquadrato e in possesso dei prescritti titoli di studio e ad applicare nei loro confronti condizioni retributive previste dal CCNL di settore;
- ad utilizzare personale non docente e ausiliario regolarmente inquadrato e ad applicare nei loro confronti un trattamento retributivo non inferiore a quello previsto dal CCNL di categoria;
- a garantire la qualificazione e l’aggiornamento del personale educativo;
- a rendere pubblico il quadro delle entrate e delle uscite in modo da rendere evidente il rapporto tra costi di gestione, contributi pubblici e tariffe a carico delle famiglie;
- ad osservare le norme igienico sanitarie per la gestione dei locali adibiti a mensa e per la preparazione e somministrazione dei pasti;
- a promuovere la gestione collegiale attraverso l’istituzione e il funzionamento di organi collegiali, improntati alla partecipazione democratica.