A Bari “Famiglie senza confini”, l’esperienza di accoglienza rivolta ai minori stranieri non accompagnati (MSNA)
Sono 6 (su 16 ragazzi in totale) i minori stranieri non accompagnati (MSNA) accolti in famiglia nell’ambito del progetto dell’assessorato comunale al Welfare “Famiglie senza confini”,
L’obiettivo è offrire a questi ragazzi, fuggiti dalle loro terre senza la guida dei genitori, la possibilità di vivere in un contesto familiare che possa aiutarli a guardare con maggiore fiducia al futuro.
”Famiglie senza confini” è un’esperienza di accoglienza, rispetto, ascolto e attenzione rivolto a minori o neo maggiorenni stranieri non accompagnati. L’obiettivo è quello di diffondere la cultura dell’accoglienza e favorire percorsi di sensibilizzazione e formazione delle famiglie disponibili a questo tipo di intervento.
Le attività sono partite nell’autunno del 2018: in fase di avvio è prevista una formazione ad hoc con cinque incontri della durata di 2 ore ciascuno. A gennaio si sono tenuti i primi colloqui di conoscenza delle coppie e dei single interessati all’accoglienza, cui è seguita la visita a domicilio dei referenti del progetto. A febbraio, invece, si sono svolti gli incontri con i responsabili delle strutture di accoglienza dei giovani migranti per la presentazione del progetto e la raccolta successiva delle adesioni da parte dei ragazzi attraverso colloqui individuali. A seguire si è conclusa la fase di conoscenza del primo gruppo di sedici ragazzi, dei quali sei minorenni, cinque neomaggiorenni e quattro maggiorenni di età tra i 19 e i 20 anni.
Il progetto si svolge in collaborazione con il Tribunale per i minorenni, il garante regionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “Aldo Moro”.
“Stiamo parlando – ha detto l’assessore Bottalico- di giovanissimi, soprattutto ragazzi africani, che hanno dovuto affrontare in solitudine esperienze difficili, spesso traumatiche, durante la fuga o la migrazione e che hanno bisogno più che mai di riferimenti affettivi ed educativi anziché di strutture istituzionali per elaborare il dolore e riuscire ad andare avanti. Le famiglie che hanno scelto di accoglierli sono coppie, eterosessuali e omosessuali, e single fortemente motivati a intraprendere un percorso inevitabilmente complesso ma ricco di amore e condivisione. Da qualche settimana le famiglie e i ragazzi, che hanno avuto modo di incontrarsi e di “scegliersi” nei mesi passati – spiega l’assessora – hanno iniziato questa convivenza secondo un progetto personalizzato che ha tenuto conto dei tempi, dei bisogni e delle aspettative di ciascuno”.
“Sono convinta – dice la Bottalico – che queste prime esperienze daranno coraggio a molte altre persone che credono che offrire una possibilità, aprire il proprio cuore e la propria casa a un ragazzo o una ragazza già segnati dal dolore possa essere un percorso di cura e di vita per tutti”.
Accanto alle sei esperienze già in corso, ci sono altri tre nuclei o single che hanno completato il percorso di formazione ma hanno chiesto, per ragioni personali momentanee, di posticipare l’avvio dell’accoglienza.
Per ulteriori informazioni e per chi fosse interessato a partecipare al progetto 327 5475515.