Strage di Bologna, 39 anni dopo: il ricordo delle 7 vittime baresi
Trentanove anni fa la strage che, nella stazione di Bologna, portò alla morte di 85 persone. Tra questi c’erano 7 baresi. I loro nomi erano: Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Giuseppe Patruno e Silvana Serravalli.
Questa mattina, alla presenza dei familiari delle vittime e delle autorità civili e militari, l’assessore Vito Lacoppola, in occasione della cerimonia di commemorazione della strage, ha deposto una corona d’alloro dinnanzi alla lapide affissa sulla facciata di Palazzo di Città.
“Ancora una volta, dopo 39 anni – ha detto Lacoppola -, siamo qui a ricordare un evento estremamente doloroso che ci restituisce la forza e la fragilità della nostra democrazia. La forza che deriva dalla nostra vicinanza come istituzione ai familiari delle vittime e dal bisogno di verità e giustizia di un Paese intero. La fragilità che inevitabilmente ci assale ricordando un periodo storico in cui l’Italia intera è stata vittima di un attacco sistematico alle libertà. La strage di Bologna è stato sicuramente il più grave atto terroristico avvenuto nel Paese nel secondo dopoguerra, dentro una strategia della tensione che ha segnato irrimediabilmente le nostre coscienze e le nostre convinzioni. L’epilogo di un periodo duro di conflitti, di tensioni autoritarie e di ideologismi contrastanti che hanno profondamente diviso il Paese e messo a dura prova la tenuta democratica dell’Italia intera. Un decennio buio della Storia che ha costituito un vero e proprio spartiacque nella nostra crescita civile e che drammaticamente ci consegna una platea di vittime”.
Il 2 agosto del 1980, alle ore 10.25, 85 persone innocenti persero la vita e oltre 200 tra uomini, donne e bambini rimasero feriti.
“Da allora – ha concluso l’assessore – l’Italia ha reagito con forza e l’orologio della stazione di Bologna, fisso sulle 10 e 25, è divenuto il simbolo di un’identità comune e di un dovere morale di vigilanza e di ricerca della verità. Oggi ci raccogliamo qui, insieme, per ricordare che parte della nostra libertà di cittadini la dobbiamo a loro. Alle persone che inconsapevolmente hanno sacrificato la propria vita per costringerci a un drammatico risveglio della ragione”.