Bari, rapina furgone IVRI su Autostrada A14: scoperto il covo della banda (con la refurtiva). Due arresti
BARI – Stavolta non si può proprio dire che le indagini siano durate a lungo. È già finita la fuga per alcuni dei rapinatori che, tra le 7 e le 8 di ieri mattina, hanno assaltato e rapinato un furgone portavalori dell’IVRI, in transito sull’autostrada A14 (all’altezza di Sannicandro di Bari) e diretto a Taranto.
Alla rapina, avvenuta tra i caselli autostradali di Bari Sud e Acquaviva delle Fonti, avrebbero preso parte tra le 4 e le 6 persone, a bordo di due suv. La somma effettivamente trafugata, all’inizio calcolata in circa 100 mila euro, è stata di 81.155 euro.
A ricercare i fuggitivi sia gli agenti della polizia stradale che i carabinieri del comando provinciale di Bari. Sono stati questi ultimi, però, ieri stesso, ad arrivare per primi ai rapinatori del furgone.
Dopo una serie di perquisizioni sul territorio (soprattutto nei confronti di soggetti che, in passato, avevano già commesso tale tipo di azioni armate), i militari hanno individuato, nella periferia di Noci, nel Barese, un garage che poi si è rivelato essere il covo della banda di rapinatori.
All’interno del box c’erano tre autovetture di grossa cilindrata, di cui 2 suv di colore grigio, del tutto simili a quelli descritti dalle guardie giurate sequestrate – e poi liberate – dai rapinatori.
Proprietario del garage è risultato essere un 49enne di Castellana Grotte, incensurato.
Riusciti ad accedere al locale, i militari hanno trovato e sequestrato:
- 1 suv Alfa Romeo Stelvio di colore grigio,
- 1 suv Audi SQ5 di colore grigio,
- 1 Alfa Romeo Giulia
(Tutti oggetto di rapina/furto nell’ultimo anno)
- 1 dispositivo di disturbo elettronico di tipo jammer dotato di 16 antenne,
- 22 cartucce calibro 7,65 mm,
- 5 bottiglie incendiarie da 500ml in plastica, contenenti benzina, sulle quali sono state incastrate delle porzioni di materiale a facile combustione del tipo “diavolina”,
- 2 radio portatili con 3 caricabatterie,
- Diverse targhe contraffatte e/o clonate,
- 4 rotoli di pellicola oscurante per vetri auto,
- 1 jammer di notevoli dimensioni dotato di 17 antenne, per il disturbo delle frequenze telefoniche e degli apparati radio delle FFPP,
- 17 antenne GPS di riserva per jammer, avvolte da pellicola trasparente,
- 4 taniche in plastica da 25l, contenenti benzina, di cui 3 porte e una riempita per tre quarti
- 2 giubbotti antiproiettile,
- 1 borsa di colore nero, in tela, con dentro varie chiavi e attrezzi da officina, nonché un “flex” a batteria marca “makita”,
- Monete di vario taglio raggruppate per la maggior parte in cilindri dal valore omogeneo a seconda della taglia, dell’importo complessivo pari a euro 80.990, corrispondenti alla quasi totalità della refurtiva trafugata
La refurtiva, i giubbotti antiproiettile (risultati rubati alle guardie giurate ieri mattina) e altro materiale elettronico e da scasso, erano ripartiti all’interno dei due suv.
A fronte di tanto schiacciante riscontro, i militari hanno provveduto a rintracciare il proprietario del garage, che però non era riuscito a giustificare la sua assenza durante la perquisizione (nonostante i carabinieri l’avessero contattato e invitato a presentarsi). Trovato in casa, i militari hanno così proceduto a perquisizione personale e domiciliare. Nel frattempo sul posto è arrivato anche un altro soggetto, un 46enne di Conversano, già noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti di polizia relativi a importanti reati predatori.
L’uomo, alla vista dei militari, ha provato a fare retro marcia e a fuggire, ma è stato identificato dai carabinieri.
Nel corso delle perquisizioni personali eseguite sul conto di entrambi, oltre ad ulteriore materiale documentale da sviluppare successivamente, è stata rinvenuta, in possesso di ciascuno dei due, una copia delle chiavi di apertura del lucchetto corazzato che consentiva l’accesso al garage di Noci.
In tale contesto – e sulla base degli elementi investigativi complessivamente raccolti – i due uomini sono stati arrestati: dovranno rispondere di rapina aggravata in concorso, sequestro di persona, detenzione abusiva di armi, ricettazione, riciclaggio, installazione di apparecchiature atte ad intercettare o impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche, detenzione illecita di armi comuni da sparo.
La refurtiva recuperata, come disposto dalla Procura di Bari, è stata restituita, ieri stesso, alla società IVRI.