Bari ricorda Aldo Moro: oggi le celebrazioni per i 41 anni dall’assassinio dello statista pugliese
BARI – Quarantuno anni fa il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro veniva ucciso dalle Brigate Rosse. Il 9 maggio del 1978, infatti, il corpo di Moro, forse il più grande politico e statista pugliese, venne ritrovato, dopo 55 giorni di sequestro, nel cofano di una Renault 4 rossa, in via Caetani, a Roma.
Questa mattina il sindaco di Bari, Antonio Decaro, insieme al prefetto Marilisa Magno, alla presenza del questore Giuseppe Bisogno e delle autorità militati, ha ricordato il presidente della Dc. La cerimonia è avvenuta davanti alla targa di marmo, posizionata nel 2008 sulla facciata del teatro Piccinni, sulla quale sono ricordati anche i nomi degli agenti della scorta che persero la vita al suo fianco, quando, poche settimane prima (16 marzo 1978), Moro fu sequestrato dai brigatisti in via Fani, a Roma.
“Aldo Moro – ricorda Decaro – era uno statista di grande levatura, un cultore del diritto, un servitore dello Stato, un cittadino per bene che ha lasciato al nostro Paese un patrimonio immenso. A 41 anni di distanza da quel tragico evento, il rapimento e l’assassinio prima degli uomini della sua scorta e poi del Presidente Moro rappresentano una ferita ancora troppo profonda per tutti noi. Soprattutto per tutti coloro che credono fermamente nei valori della giustizia, della democrazia e della libertà”.
“Quel giorno l’Italia – continua il primo cittadino barese – ha perso uno degli esponenti politici e istituzionali più intelligenti, lungimiranti, umani e sensibili ai grandi cambiamenti sociali e culturali in atto. Uomo di mediazione per eccellenza, capace sia di ascoltare il singolo cittadino, sia di interpretare le grandi istanze di un popolo, Aldo Moro ci ha insegnato che la politica deve avere come obiettivo, primo e ultimo, il bene comune. Non ha mai smesso di inseguire questo traguardo. Dopo gli anni drammatici della dittatura fascista e della guerra, Aldo Moro, da Costituente, contribuì a scrivere i valori sui quali si fonda la più bella Costituzione del mondo.
Moro ci ha insegnato cosa significhi agire secondo ‘senso del dovere’, termini spesso abusati e poco praticati, ma che rappresentano perfettamente la vita e il lavoro di un uomo in grado di affrontare le grandi questioni del nostro Paese con intuito e lucidità politica senza eguali.
Ci ha insegnato anche quanto contasse costruire un Paese migliore per le giovani generazioni, cui si è dedicato con amore da docente universitario e da uomo dello Stato. Ha dedicato la sua vita a questo, con grande senso di giustizia, con sobrietà e temperanza, qualità di cui ci sarebbe ancora tanto bisogno. Un’eredità morale, della quale noi tutti dovremmo essere custodi gelosi e attenti.
Aldo Moro ci ha insegnato che la democrazia ‘non è qualcosa di fermo e stabile’ e che ‘bisogna garantirla e difenderla, praticarla ogni giorno, approfondendo i valori di libertà e giustizia su cui abbiamo costruito la nostra Repubblica’. La dobbiamo difendere dagli integralismi, dai fanatismi ma anche da quella illegalità e dai quei disvalori con i quali si alimenta la criminalità organizzata. Quella che miete vittime ogni giorno, che spara tra la folla e ferisce gravemente la piccola Noemi di 4 anni o quella che giusto 41 anni fa uccideva Peppino Impastato”
“La democrazia – aggiunge Decaro – non è una condizione che si può dare per acquisita, ma un obiettivo cui tendere costantemente, attraverso la difesa dei principi e dei valori di uguaglianza, solidarietà e giustizia. Al contrario, ciò cui assistiamo da qualche tempo non ci fa dormire sonni tranquilli. Per questo dobbiamo mantenere alta l’attenzione e tutelare ogni diversità dalla discriminazione e dalla convinzione che qualcuno possa sentirsi in diritto di prevalere, con disprezzo e arroganza, su qualcun altro. A tal proposito, la nostra Costituzione, che l’onorevole Aldo Moro ha scritto insieme ai nostri Padri costituenti, è molto chiara, e rappresenta il faro che deve guidarci e illuminare il nostro percorso comune. Perciò l’auspicio che sento di condividere – conclude il sindaco – è che questo grande pugliese, che oggi ricordiamo con immutata gratitudine, resti sempre un esempio per tutti noi e per i nostri figli”.
Oltre a ricordare lo statista pugliese, oggi, nella sala consiliare Enrico Dalfino di Palazzo di Città, si è tenuta la cerimonia per lo scoprimento del ritratto di Nicola Lamaddalena, sindaco di Bari dal 1976 al 1978 ed esponente democristiano della corrente morotea.
Il quadro, presentato durante la giornata della memoria delle vittime del terrorismo (9 maggio), è stato realizzato dall’artista Vito Stramaglia.
Lamaddalena condivideva non solo i valori e le idee di Aldo Moro, ma soprattutto il suo modo sobrio di fare politica, moderato e sempre aperto al confronto.