Musica, Ultimo incanta Bari: circa 6mila persone al Palaflorio per la 3a tappa del #ColpaDelleFavoleTour
BARI – Due ore di musica, trentadue canzoni, circa 6 mila spettatori. Sono i numeri della terza tappa del #ColpaDelleFavoleTour, la tournée nei palazzetti del cantautore romano Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, al Palaflorio di Bari lo scorso 30 aprile.
Dopo Eboli e Vigevano, anche il capoluogo pugliese è rimasto incantato dallo spettacolo (sold-out mesi fa nel giro di soli tre giorni) del “ragazzo di San Basilio”, che sta facendo il giro d’Italia e che terminerà il suo tour il 4 luglio proprio allo Stadio Olimpico di Roma, davanti a 56 mila persone (sarà il più giovane artista, a soli 23 anni, ad esibirsi in uno stadio).
Palaflorio stracolmo, con gente arrivata da ogni parte della Puglia, ma anche da regioni vicine come Basilicata, Molise e Campania. E’ quasi impossibile, infatti, trovare un solo biglietto per una delle 21 date del tour, tutte sold-out con abbondante anticipo. Trecentomila, infatti, sono i biglietti venduti ad oggi per la tournée che prende il nome dall’omonimo album, uscito il 5 aprile e già disco di platino e, da tre settimane, primo nella classifica FIMI/Gfk dei cd più venduti in Italia.
A dare inizio al concerto di Bari il singolo – accolto con un boato dal pubblico barese – che apre e dà il nome al cd: Colpa delle Favole, appunto. Poi, in ordine, Aperitivo Grezzo, Quando fuori piove, Cascare nei tuoi occhi, Quella casa che avevamo in mente e Amati sempre, quasi tutti tratti dall’ultimo lavoro. Ad accompagnare la prima parte dell’esibizione una coreografia di luci di tutto rispetto e, come sfondo, dei piccoli video – diversi per ogni brano – con immagini animate, tutte con la presenza di un palloncino rosso.
Poi il palazzetto esplode e quasi canta da solo, facendo da coro a canzoni come Poesia senza veli, Il Ballo delle incertezze, Ti dedico il silenzio e Piccola Stella, uno dei brani più amati e cantati dal pubblico, scritto da Ultimo a soli 14 anni. Arriva anche un po’ di ritmo con Ipocondria e Canzone stupida.
E ancora grandi successi: Mille Universi, Fateme Cantà e Rondini al Guinzaglio (che descrive il forte desiderio di essere portati altrove, liberi di amare senza pregiudizi, alla ricerca di leggerezza e di un mondo dove è possibile sbagliare e superare gli ostacoli), sino ad arrivare al brano arrivato secondo a Sanremo 2019, I tuoi particolari: nella canzone – cantata così forte dalla platea del Palaflorio da superare la voce dello stesso artista – Ultimo racconta le piccole cose, i gesti e i dettagli nascosti di una relazione che diventano molto presenti nei ricordi, e si rivelano, nella loro importanza, quando non ci sono più.
Cambia la scenografia. Dal rock, con batteria, chitarre elettriche e basso, si passa ad una dimensione più intima, più coinvolgente, più privata. Da sotto al palco, quasi come deus ex machina, spunta un pianoforte e Ultimo, accompagnato da violino e violoncello, inizia a suonare. Cambia anche lo sfondo: è Niccolò (che finalmente si toglie gli occhiali da sole, indossati sino a quel momento), insieme al suo pianoforte e agli strumenti che lo accompagnano a diventare i protagonisti delle immagini di sfondo, grazie ad una serie di inquadrature dall’alto e di bellissimi primi piani.
E allora ecco che il pubblico s’infiamma cantando capolavori come La stella più fragile dell’universo, Farfalla Bianca, Giusy, L’eleganza delle stelle e Buon viaggio. Poi un piccolo medley con hits come L’unica forza che ho, Racconterò di te, Peter Pan, Chiave e La storia di un uomo.
Il concerto di Bari coincide con una data importante per Ultimo e per tutta la musica italiana. Esattamente 40 anni fa, infatti, usciva Albachiara, la canzone più amata di Vasco Rossi. E non poteva mancare l’omaggio di Niccolò (anche lui grande fan del Blasco) e del Palaflorio ad un brano così bello.
Poi, per la prima volta dall’inizio dello show, parla Ultimo: “Mi dicono sempre di parlare durante i concerti – confessa -, ma quello che voglio dire lo scrivo nelle canzoni”. “Questa canzone – continua il cantautore, introducendo Pianeti, uno dei suoi brani più celebri – rappresenta appunto l’inizio della mia carriera, quando iniziavo a registrare in studio e mamma mi chiedeva dove passavo tutto il tempo”, e ricorda un episodio di due anni fa: “La prima serata che feci, fu in un mercato di Testaccio (quartiere di Roma, ndr), davanti a circa 20 persone, mentre la gente comprava il pesce. Questo per dirvi quanto la vita sia imprevedibile. Oggi sono qui, davanti a voi. Grazie Bari!”.
Poi ancora spazio per canzoni come Fermo, Stasera e, sdraiato sul palco, Il tuo nome. E dopo una piccola pausa, ancora una volta acclamato a gran voce dal pubblico del Palaflorio, ecco che torna in scena per il gran finale. A chiudere il concerto Sogni appesi (e qui il palazzetto è letteralmente “venuto giù”) e La stazione dei Ricordi, brano (che chiude anche il cd) accompagnato da un video/collage – toccante e commovente – fatto di vecchie foto e filmati di famiglia.
Ecco l’atto conclusivo dello show, sempre intenso e coinvolgente: quel palloncino rosso (di cui abbiamo parlato all’inizio) che ha accompagnato e “percorso” tutto il concerto, viene lasciato da Ultimo e, da solo, vola verso le stelle, seguendo il suo destino.
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