Bari, parte il nuovo servizio di educativa di strada per ‘intercettare’ adolescenti a rischio devianza
BARI – È stato presentato ieri, in piazza Chiurlia, il nuovo servizio di educatori di strada promosso dall’assessorato al Welfare. A partire da giovedì 2 maggio, infatti, tre pulmini – attrezzati con giochi e strumenti di animazione – percorreranno le strade dei quartieri più periferici della città per ‘intercettare’ adolescenti e preadolescenti a rischio di devianza ed esclusione sociale e stabilire con loro un rapporto di fiducia.
Gli operatori fungeranno da mediatori e facilitatori nelle relazioni e cercheranno di rilevare disagi e bisogni di ogni singolo ragazzo per condurli verso un vivere consapevole della propria vita e della strada, trasformando quest’ultima in uno spazio d’incontro e di crescita sociale.
Il servizio prevede interventi di tipo educativo a cura dell’equipe composta da 3 educatori professionali e 6 animatori, che si recheranno proprio nei luoghi in cui si svolge maggiormente la vita sociale e relazionale degli utenti, oltre che da un coordinatore territoriale e da una psicologa. I destinatari sono prevalentemente ragazzi d’età compresa tra 10 e 22 anni.
Il progetto è articolato in maniera tale da coprire i quartieri più periferici della città, in particolare le zone di Libertà, San Girolamo, Fesca, Japigia, San Paolo, San Pio, Catino, Carbonara, Santa Rita, Ceglie del Campo, Loseto e Picone. Le equipe usciranno prevalentemente dal lunedì al venerdì per 20 ore settimanali, dalle 15.30 alle 19.30, anche se gli orari potranno subire delle variazioni a seguito della mappatura del territorio e a seconda dei bisogni dei ragazzi intercettati: pertanto l’equipe sarà pronta ad intervenire anche durante il fine settimana o nelle ore mattutine.
Il servizio di educativa di strada opererà in rete con tutti i presidi sociali territoriali al fine di creare un ponte tra la strada e i servizi del Welfare.
Di seguito, in sintesi, le fasi progettuali:
1/ Mappatura. Prima dell’intervento diretto su un gruppo, l’equipe dovrà osservare le aggregazioni giovanili informali presenti in quel determinato contesto territoriale. Obiettivo è quello di individuare le prime caratteristiche delle aggregazioni, scegliere la modalità con la quale tentare l’approccio e identificare le risorse e gli elementi positivi che il territorio mette a disposizione degli adolescenti. In questa fase l’equipe scende in strada in orari diversi per osservare dall’esterno le modalità di comportamento dei gruppi (numero dei componenti, sesso, età, mezzi di locomozione, modalità d’interazione, comunicazione verbale e non verbale).
2/ Aggancio. Al termine della prima fase viene scelto un gruppo con il quale entrare in contatto: in modo molto informale l’equipe aggancerà il gruppo con diverse strategie e, dopo il primo contatto, chiederà di poterlo incontrare nuovamente. Si tratta di una fase molto delicata perché preclusiva a tutto il percorso.
3/ Consolidamento della relazione. Superato positivamente il primo approccio, è necessario che educatori e adolescenti possano conoscersi e aumentare la stima e la confidenza reciproche. Questa è la fase di approfondimento in cui stanno insieme e condividono delle esperienze, ascoltandosi e dialogando. L’equipe tenterà di aiutare i ragazzi a maturare le proprie domande di vita e, portando nel gruppo i propri valori, a confrontarsi. Non sono gli educatori a proporre temi specifici ma sarà il gruppo stesso ad affrontare i propri bisogni.
4/ Progettualità. Condividendo la quotidianità, educatori e adolescenti stabiliscono una relazione che ha una certa valenza affettiva. L’equipe diventerà così un punto di riferimento per i ragazzi. Si tratta in assoluto della fase che vede i ragazzi maggiormente protagonisti: il gruppo prende coscienza delle proprie potenzialità e si rende conto che è possibile portare a compimento desideri e progetti. Gli educatori rivestono il ruolo di facilitatori del gruppo.
5/ Distacco. Si tratta di un passaggio critico in cui ragazzi e ragazze acquistano consapevolezza delle proprie risorse e si proiettano in avanti, verso ulteriori progetti e interazioni, prendendo spunto e forza da quanto realizzato in compagnia degli educatori.