Assaltavano i bancomat con l’esplosivo, sgominata ‘banda della marmotta’. Arresti anche in Puglia
BARI – I carabinieri di Fano (Marche), coadiuvati dai colleghi di Pesaro, hanno dato esecuzione – nelle province di Bari, Foggia, Milano e Pesaro Urbino – a sette decreti di perquisizione locale nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili degli assalti ad almeno 7 postazioni di bancomat avvenute tra giugno e dicembre 2017.
Gli assalti erano accomunati dalla stessa tecnica criminale: la deflagrazione dello sportello bancomat avveniva mediante un ordigno esplosivo artigianale denominato “marmotta”, perché veniva letteralmente infilata nella bocchetta di erogazione del denaro e fatta deflagrare tramite miccia o innesco elettrico. La potente esplosione era in grado di distruggere l’ATM e provocare ingenti danni ai locali della banca, solitamente retrostanti, nonché di creare un forte panico tra i residenti, fino a diverse centinaia di metri.
I sistemi di videosorveglianza hanno permesso di documentare che la banda, solitamente composta da quattro-cinque ladri, agiva in maniera sinergica riuscendo a compiere l’assalto in meno di tre minuti, dileguandosi con l’ingente bottino a bordo di auto rubate.
Le indagini sono partite all’inizio dell’estate 2018, a seguito del ritrovamento – avvenuto in un’auto-rivendita di Lucrezia di Cartoceto, gestita da un giovane di origini bulgare e da un 45enne pugliese di Orta Nova, residente da diversi anni a Fano – di una marmotta svuotata della miscela esplosiva, un ariete artigianale e numerosi arnesi da scasso.
Le indagini hanno confermato che il 45enne era, di fatto, il basista di due altri pugliesi, gravati da specifici precedenti, che a gennaio 2018 erano stati arrestati dai carabinieri di Macerata mentre, in un comune di quella provincia, si accingevano ad assaltare l’ennesima postazione bancomat.
Le successive indagini tecniche e le reiterate trasferte in Puglia, Molise e Lombardia della batteria, hanno permesso ai carabinieri di identificare i restanti componenti e di seguirli nei loro sopralluoghi alla ricerca di bancomat da aggredire.
La banda, costretta a fermarsi per qualche mese a causa dei nuovi sistemi di sicurezza degli ATM, ha poi provveduto a riorganizzarsi.
I militari, avendo individuato la possibile cantina ove la banda nascondeva l’esplosivo e gli arnesi da scasso, hanno quindi deciso di bloccarla prima che potesse entrare nuovamente in azione con l’esecuzione dei decreti di perquisizione sopradetti.
La scelta investigativa si è fortunatamente rivelata determinante, in quanto nella cantina di un uomo 36enne, muratore incensurato, residente ad Orta Nova, i carabinieri hanno trovato centocinquanta candelotti con una carica pirotecnica micidiale, cinquantaquattro metri di miccia a rapida combustione e cinque manufatti in metallo, a forma di paletta allungata con manico, ancora da assemblare.
Sul posto, per rimuovere gli ordigni, sono dovuti intervenire gli artificieri del Comando provinciale di Bari, che li hanno fatti brillare (nella quasi totalità) in un’area non abitata di Orta Nova (FG).
Il 36enne è stato arrestato in flagranza di reato e portato nel carcere di Foggia.
Ma il risultato più importante è scaturito dalla perquisizione di un’estesa masseria nell’agro di Cassano delle Murge di Bari, occupata abusivamente da un allevatore 64enne, già ampiamente noto per i pregressi precedenti penali.
Qui, due squadre del neoistituito Squadrone Eliportato Cacciatori Carabinieri “Puglia” di stanza a Vico del Gargano, coadiuvati da unità cinofile anti-esplosivo, a seguito di accurata perquisizione, hanno dissotterato alcuni tubi in pvc nei quali erano stati occultati sei fucili, perfettamente funzionati, tra cui un kalashnikov e un MGV di fabbricazione cecoslovacca, una grossa smerigliatrice a scoppio utilizzata per il taglio di lamiere blindate, ricetrasmittenti sintonizzate sulle frequenze di lavoro dell’Arma dei Carabinieri, grosse mazze, asce, un innesco a batteria e diversi ordigni esplosivi di fattura artigianale. Anche l’agricoltore é stato arrestato in flagranza di reato, per poi essere portato nel carcere di Bari.