“Cosa c’è dopo la morte?” Domani pomeriggio seminario alla libreria Roma
BARI – Alle 17 di domani, sabato 6 aprile, Michele Addante terrà una conferenza su “Un ponte sull’al di là”. L’incontro si terrà alla libreria Roma di Bari, in piazza Aldo Moro 13.
“Il tema della vita dopo la morte – si legge in una nota – ha sempre suscitato vivo interesse e attenta considerazione, soprattutto per il forte impatto esercitato nelle coscienze dalla folla di domanda di cui esso è gravido. Ma tutte, in definitiva, si riducono a questi pochi quesiti: esaurita l’esperienza terrena, ci attende il sonno eterno dell’incoscienza o ci è concesso di accedere ad altre condizioni di esistenza che trascendono il piano fisico terrestre? E ammessa questa seconda possibilità, che genere di esperienze ci si dovrebbe attendere? Ma, soprattutto, da quali fonti si devono attingere notizie credibili e fondate in merito ad una presunta esistenza dopo la morte?”.
Nodale è la delicata questione, sollevata da quest’ultima domanda, sull’attendibilità delle testimonianza sulle modalità di esistenza che attendono gli esseri umani dopo che hanno varcato la soglia della morte. E’ su questo punto che si confrontano, talora in maniera polemica e insanabile, i contrapposti movimenti d’opinione che si dividono sull’argomento tra scettici e credenti, tra dogmatici e agnostici, fra scientisti e fideisti. Ed è probabilmente quest’ultima la questione da affrontare, per tentare di delineare un’ipotesi ragionevolmente plausibile su ciò che accade un minuto dopo la morte.
“Per la formulazione di tale ipotesi – continua la nota – notevole è il contributo proveniente dallo studio di metodologie di comunicazione con i defunti. E nel contesto di tale filone di ricerche, notevoli perplessità sono state avanzate in riguardo alla validità dei resoconti ricavabili dalle testimonianze dei medium operanti in margine allo spiritismo. Perplessità che, com’è noto, si tramuta nel netto e reciso rifiuto su cui convergono le confessioni religiose e le correnti spirituali che si ispirano a un elevato retaggio sapienziale e misterico. Il giudizio, da parte di entrambi, è unanime e inappellabile: le pratiche spiritiche vengono considerate, senza mezzi termini, una reviviscenza, in versione adattata al mondo moderno, delle antiche arti negromantiche e stregonesche, mentre, nel contempo si esorta a diffidare, in quanto malsano per la salute dell’anima, di tutto quando direttamente o indirettamente riconducibile alla medianità”.
“Meno intransigente e categorica – si legge ancora – è, invece, la posizione assunta nei confronti delle testimonianze riferite da persone che sono sopravvissute ad eventi che hanno messo gravemente a repentaglio la loro vita. Dichiarate clinicamente morte, la loro coscienza è stata proiettata in una dimensione nella quale essa ha compiuto esperienze, in uno stato di lucidità e di consapevolezza tali da essere ricordate e raccontate al risveglio fin nei minimi dettagli”. E’ proprio il superiore grado di realismo e di oggettività di quelle testimonianze, ad accreditare riconoscimenti positivi alla vasta letteratura proliferata sulla scia del filone di ricerche inaugurato dal Dott. Raymond Moody, con il suo libro “La vita oltre la vita”, pubblicato nel 1975.
Ma il punto critico della questione è: come sapere qualcosa in più su ciò che ci accadrebbe negli stadi avanzati dell’esperienza post-mortem, quando si supera il punto di non ritorno dal cosiddetto aldilà?
Esiste una letteratura specializzata in questo genere di ricerche, in grado di fornirci dei resoconti dettagliati sulle condizioni di esistenza che vivono i defunti congedatisi già da lungo tempo dall’esistenza terrestre. Si tratta di documenti concepiti in contesti completamente estranei a quelli di stretto dominio della cultura spiritistica e che, per tale motivo, si prestano a riscuotere un certo consenso anche da parte degli ambienti della scienza spirituale del nostro tempo. E ciò costituisce un motivo in più per dedicarvi qualche attenzione.
L’ingresso è libero.