I Concerti del Politecnico, Davide Rondoni e Gennaro Nunziante raccontano “L’Infinito” di Leopardi (duecento anni dopo)
BARI – Quando, nel 1819, Giacomo Leopardi componeva “L’Infinito”, non poteva immaginare la nascita di una delle più note poesie di tutti i tempi.
L’opera di Leopardi, che ha affascinato schiere di generazioni scolastiche e non solo, sarà celebrata in occasione del bicentenario, dalla stagione artistica de “I concerti del Politecnico” con un apposito seminario dal titolo “E come il vento”, a cui parteciperanno lo scrittore Davide Rondoni e il regista (nonché direttore artistico dell’iniziativa accademica) Gennaro Nunziante. L’evento, in programma martedì 19 marzo dalle 18.30, si terrà nell’aula magna della facoltà di Archiettura (Dipartimento DICAR, campus universitario). Ingresso libero.
“L’infinito”, forse la più alta espressione del suo genio poetico, era destinato a sfidare il suo stesso titolo, generazione dopo generazione con una luce che brilla e si rinnova, intatta, da 200 anni. Ma qual è il suo significato, oggi, nell’epoca dei social e di internet? La nostra vita desidera l’infinito. L’uomo è finito ma cerca l’infinito. Sì, ma come si descrive l’infinito? “Per poterlo incontrare – sostiene Davide Rondoni, scrittore e poeta, che a Leopardi e all’Infinito ha dedicato il recente libro “E come il vento” – bisogna essere capaci di cogliere i segni: coltivare lo spazio dell’attenzione, dell’ascolto, della contemplazione. Fare l’esperienza di sentire che siamo fatti di infinito per l’infinito”.
Il relatore, Davide Rondoni, è nato nel 1964 a Forlì. Si è laureato in Letteratura Italiana all’Università di Bologna. Ha fondato e dirige il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna. Ha tenuto e tiene corsi di poesia e letteratura nelle università di Bologna, Milano Cattolica, Genova, Iulm e in diversi Istituti specializzati nonché all’estero a Yale e Columbia University, negli Usa. Ha pubblicato alcuni volumi di poesia, tra cui “Il bar del tempo”. Ha vinto, tra gli altri, i premi più importanti in Italia (tra cui Montale, Carducci, Gatto, Camaiore, Metauro). Sue poesie sono edite in Francia, Usa, Venezuela, Russia, Inghilterra, Croazia, Cina e altri Paesi. Ha edito, nel 2001 per Garzanti, un’antologia della poesia italiana dagli anni ’70 ad oggi. Ha curato per Rizzoli una nuova edizione contemporanea commentata a più voci della Commedia di Dante. E’ autore di testi teatrali rappresentati in diversi teatri italiani. Ha collaborato con i migliori attori del teatro italiano e con musicisti come Dalla, Finardi e Morgan. Ha pubblicato articoli accademici su diversi autori tra cui Pascoli, Leopardi, Luzi e Pasolini.
Gennaro Nunziante, invece, è attore, sceneggiatore e regista. Nasce a Bari nel 1963 e già dal 1985 si mette in evidenza come ideatore, autore di testi e talvolta regista dei programmi televisivi del duo comico Toti & Tata (Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo). Poi inizia a lavorare come sceneggiatore cinematografico approdando alla regia per il grande schermo. Come regista esordisce nel 2009 con Cado dalle Nubi, interpretato da Checco Zalone. Conferma il suo sodalizio con Zalone con il film Che bella giornata (2011), record d’incassi del cinema italiano. Nel 2013 fa il tris, sempre con Zalone, con Sole a Catinelle, mentre nel 2016 ne firma la quarta pellicola con Quo Vado?. Nel 2018 è regista de Il Vegetale, con Fabio Rovazzi.