Cassa Prestanza senza soldi, il sindaco Decaro: “Basta bugie per scopi elettorali. Tutelerò i dipendenti”
BARI – Antonio Decaro non ci sta più e risponde alle accuse. Il primo cittadino barese è tornato sulla vicenda della cassa di Prestanza dei dipendenti del Comune di Bari dai cui fondi mancherebbero 14 milioni di euro.
Già tempo addietro Decaro spiegò che quell’ammanco era causato dallo squilibrio fra pensionamenti e nuove assunzioni e il conseguente disavanzo fra soldi che escono e liquidità in ingresso, di fatto chiamando fuori il Comune da ogni possibile coinvolgimento.
Oggi, però, dopo le polemiche di queste ore il primo cittadino ha voluto tornare sull’argomento, diffondendo una nota a tutti gli organi di stampa: “Ancora una volta – si legge nel comunicato – assisto, sulla vicenda della Cassa Prestanza, alla fiera delle bugie e delle furbizie”
“Candidati alle prossime elezioni comunali alla ricerca disperata di visibilità – spiega il sindaco – non si stancano di speculare su un problema drammatico per i dipendenti comunali, convocando ben due conferenze stampa nello stesso giorno. Come al solito non è emersa una sola proposta di soluzione che sia sostenibile sul piano giuridico e finanziario. Nel 2016 ci è cascato addosso un problema, quello della Cassa prestanza, istituita nel 1924. Problema, per altro posto in modo dirompente dal gruppo del Movimento 5 stelle con un esposto alla procura della Corte dei conti. Ho cercato di affrontare il problema rispettoso sia delle funzione inquirente della magistratura contabile sia dei tantissimi iscritti alla Cassa, che rischiano addirittura di non veder corrisposto neanche i soldi versati. Tutelare i dipendenti continua ad essere il mio unico obiettivo in questa vicenda. Oggi, invece in conferenza stampa hanno parlato persone che hanno ben altri obiettivi. Da una parte, i politici che cercano qualche voto e non mi scandalizzo. Dall’altra, alcuni pensionati comunali, protestare duramente e rivendicare i loro soldi. Si tratta di ex dipendenti che hanno già ottenuto quanto da loro versato alla Cassa, cioè circa 15.000 € e ne pretendono altri 30.000. Infatti, lo Statuto attuale consente agli ex dipendenti di ottenere anche il 300% di quanto versato. Ma se la Cassa dovesse oggi pagare queste somme (a loro come agli altri pensionati) fallirebbe all’istante, con buona pace dei 1229 dipendenti ancora in servizio che, ovviamente perderebbero tutto”.
“Non credo – si legge nella nota – per equità e giustizia, che si possa fare una tale pesante discriminazione. L’obiettivo è quello di restituire le somme versate a tutti, nessuno escluso. A tutti nella stessa proporzione, a condizione di rispettare la legge. Io ho lavorato per raggiungere questo fine, gli altri sono liberi di gridare, sbraitare, minacciare. Per questo – conclude il sindaco -, ancora una volta sceglierò la strada che ho intrapreso dall’inizio, non convocherò una contro conferenza stampa ma chiederò che sia convocata l’assemblea della Cassa di prestanza per parlare con tutti gli iscritti e presentare loro i risultati del lavoro che ho chiesto di predisporre a esperti e professionisti esterni all’amministrazione comunale. Sulle risultanze di questo lavoro chiederò all’assemblea di decidere, ricordando a tutti che le decisioni le prendono gli iscritti alla cassa e non l’amministrazione comunale”.