Rifiuti, l’Anci Puglia lancia l’allarme: “Situazione insostenibile, difficile non aumentare la Tari”
BARI – L’Anci Puglia, l’associazione dei comuni pugliesi, lancia l’allarme sui costi per lo smaltimento dei rifiuti e della raccolta differenziata, nonché sull’assenza di impianti pubblici per il conferimento: “Abbiamo rispettato gli impegni che l’Europa e la legge italiana ci imponevano – scrive l’associazione pugliese in una nota -; abbiamo avviato sistemi virtuosi ed efficaci di raccolta differenziata dei rifiuti, informato e sensibilizzato i nostri cittadini sulla bontà e necessità di separare correttamente i rifiuti prodotti e di avviarli a riciclo. Abbiamo raggiunto percentuali di raccolta differenziata che fino a qualche anno fa sembravano chimere e miraggi, uguagliando e spesso superando i comuni più virtuosi del Nord Italia, che adesso guardano alla Puglia con interesse e curiosità. L’impegno di comuni e cittadini – continua l’Anci Puglia – rischia di essere vanificato dal sistema di impiantistica di recupero, talmente farraginoso, da compromettere anche l’accesso ai contributi del Conai”.
“Abbiamo dovuto spiegare ai cittadini – lamenta l’associazione presieduta da Domenico Vitto, sindaco di Polignano a Mare – che è vero che la Tari aumenta, inevitabilmente, almeno all’avvio del nuovo servizio porta a porta, ma che, a fronte di ciò, otteniamo città più pulite, senza cassonetti, più decorose, più vivibili. Bene, noi abbiamo fatto ‘i compiti a casa’; con coraggio e determinazione, senza lasciarci intimorire dalle scadenze elettorali e dai detrattori politici, sempre pronti a raccogliere polemiche fin troppo facili e sterili”, prosegue la nota. “Ma, ancora una volta, arriva il momento di predisporre i Piani economico-finanziari della Tari ed arrivano, puntuali, le cattive notizie: aumenta il costo dei conferimenti in discarica (tutte gestite da privati); aumenta, a cascata, il costo di conferimento dell’organico (anche per l’impianto che in teoria sarebbe pubblico, ma che annuncia ulteriore chiusura di sei mesi con conseguente rincaro dei costi relativi); aumenta l’eco-tassa. E in queste condizioni, tenere ferma la Tari diventa un’impresa impossibile”, sottolinea ancora l’Anci Puglia.
“Non solo: per i 21 Comuni che conferiscono i rifiuti all’impianto di Conversano, un’altra brutta notizia: dopo la chiusura della discarica, nel 2013, infatti, i rifiuti bio-stabilizzati sono stati trasportati in altri siti, più lontani, con notevole aumento dei costi, sopportati, fino ad oggi, dalla società che gestisce l’impianto. Ebbene, dopo la pronuncia del Consiglio di Stato dello scorso dicembre, quei costi arretrati – dal 2013 ad oggi circa dieci milioni di euro – sarebbero a carico dei comuni conferitori. Questi costi si aggiungerebbero alla tariffa già maggiorata rispetto a precedente, calcolata per il 2019, in 154 euro a tonnellata. Eppure la responsabilità del sequestro, e quindi della chiusura della discarica di Conversano, non è certo imputabile ai comuni”.
“E’ ora – conclude il comunicato ufficiale – che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, per riuscire a chiudere definitivamente il ciclo dei rifiuti in Puglia, senza perdere altro tempo. Chiediamo che vengano subito realizzati gli impianti pubblici di cui si parla da anni, ma senza riscontri concreti”.