Xylella, il Codacons fa ricorso contro la Regione Puglia
BARI – Il Codacons ha chiesto al TAR Lazio l’annullamento, previa sospensiva, della delibera della Regione Puglia numero 1890 “Azioni di contrasto alla diffusione della Xylella fastidiosa, in applicazione della decisione di esecuzione (UE) 789/2015 (QUI il testo della delibera). “La delibera – dichiarano gli avvocati del Codacons, Rienzi e Giuliano – è illegittima da un lato per vizi suoi propri e dall’altro per vizi derivanti da taluni profili di illegittimità della decisione comunitaria 789/2015”.
Il ricorso è stato annunciato durante la conferenza stampa “Xylella: un’emergenza democratica”, che si è svolta oggi nella Sala stampa della Camera dei deputati. L’azione – sollecitata da diverse associazioni, comitati e cittadini pugliesi – fa leva su uno studio commissionato dal Comitato per la salvaguardia ambiente e territorio della Valle d’Itria e dall’Associazione Terre d’Egnazia al prof. Alberto Lucarelli, costituzionalista, ordinario presso l’Università Federico II di Napoli. “Quello che sta accadendo in Puglia – afferma Lucarelli – è una questione nazionale ed europea, che riguarda i diritti di tutti i cittadini e il futuro delle prossime generazioni. Si tratta infatti di una questione che va a ledere la nostra Costituzione e il diritto comunitario, ampiamente provati sia dalla delibera regionale 1890 che dai recenti emendamenti ai provvedimenti nazionali”.
“Si pensi per esempio – continua il professore – alla violazione degli articoli 9, 32, 41 e 42 della Costituzione e alla violazione del principio europeo di precauzione. A cui si aggiunge la violazione degli articoli 16 e 35 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, nonché la riproposizione illegittima dello Stato emergenziale e l’illegittimità della norma inserita nella legge numero 145 del 2018. Stiamo parlando di diritti fondamentali – conclude Lucarelli -, di diritto alla salute, alla proprietà privata, alla tutela del paesaggio e alla salubrità ambientale. Diritti non negoziabili con nessun interesse economico o privatistico”.