Libri: la storia di Sylvia Beach e della ‘Shakespeare & Co.’, domani alla libreria Quintiliano di Bari
BARI – Sylvia Beach è stata “una donna straordinaria, vissuta in un’epoca straordinaria che ha saputo cogliere pienamente, creando un luogo straordinario – la libreria parigina ‘Shakespeare & Co.’ -, ancora oggi simbolo di una cultura libera e profonda che sfida le ristrettezze di ogni genere”. Così la scrittrice Concetta Antonelli annuncia il prossimo appuntamento del libroforum della libreria Quintiliano di Bari, in programma alle 18 di domani proprio nel negozio di via Arcidiacono Giovanni 9. La serata – ad ingresso libero – ruoterà attorno al volume “Shakespeare and Company” (Neri Pozza Editore, 288 pagine), di Sylvia Beach, prima editrice di James Joyce e di Ernest Hemingway, morta a Parigi nel 1962, a 75 anni.
‘Shakespeare and Company’ è la libreria parigina – nata nel 1919 – “più famosa al mondo”. Qui si trovavano le opere di Chauver, T.S. Eliot, Joyce, i disegni di Blake, i ritratti di Whitman e le fotografie di Oscar Wilde. L’ideatrice di questo “monumento” è proprio Sylvia Beach, che sognava di aprire una libreria francese a New York, anche se poi aprì una libreria inglese a Parigi. ‘Shakespeare & Co’. diventa, negli anni Venti, una colonia americana sulla Rive Gauche, meta di tanti pellegrini che in quegli anni arrivano dagli States in Francia. Ma anche di coloro che, non potendo permettersi l’acquisto di volumi importanti, si accontentavano di prenderli in prestito. Benché la regola dicesse che non si potevano ritirare più di uno o due libri alla volta, Hemingway – racconta la leggenda – la infranse spesso portandosene via una mezza dozzina, e Joyce ne prese delle sporte intere, riportandoli dopo anni. Ed è proprio a Joyce, e alla pubblicazione di Ulysses, che è legato uno dei capitoli più interessanti della Shakespeare and Company. Nell’estate del 1920 quando la libreria non conta ancora un anno di vita, in Inghilterra Harriet Weaver, pioniera joyciana e direttrice della rivista l’Egoist, ha già combattuto e perso la sua battaglia per l’Ulysses. Nessuno vuole assumersi il rischio di pubblicarlo, temendo conseguenze penali. Solo una persona, intuendo l’alto valore letterario di quello che è destinato a diventare uno dei capolavori indiscussi del Novecento, è disposta a rischiare il tutto e per tutto per darlo alle stampe: quella persona è Sylvia Beach.
Domani alla Quintiliano si parlerà di lei e della “libreria più famosa del mondo”.