La Crusca accetta “Siedi il bambino”. Ma è un’altra fake news!
BARI – Secondo alcune testate nazionali l’Accademia della Crusca avrebbe accettato per buone le espressioni, tipicamente meridionali nonché pugliesi, come “Siedi il bambino” e “Scendi il cane”. E’ vero che molti di noi usano queste espressioni, ma non è proprio così come è stato raccontato. Proviamo a fare chiarezza.
Tutto nasce da una nota dell’Accademia in cui si danno spiegazioni ad alcuni lettori che chiedono: “E’ lecito costruire il verbo sedere con l’oggetto diretto di persona: siedi il bambino, siedilo lì, ecc.”? La risposta è lunga (e un po’ articolata), ma proviamo a riassumerla.
“Queste domande – scrive la Crusca – evocano situazioni, per così dire di ambito domestico, spesso caratterizzato da rapidità di linguaggio per affrontare determinate circostanze, ad esempio quando c’è urgenza di far sedere, mettere seduto, posare su una sedia o un divano un bambino, magari piangente”. Sin qui nessun dubbio. E’ un modo di dire entrato nell’uso quotidiano e, anche se errato, la Crusca ne prende atto (come si fa in questi casi con l’evoluzione – normale, ndr – della lingua parlata).
“In questo significato – continua Vittorio Coletti, autore della nota – l’uso transitivo di sedere è registrato in qualche dizionario, ad esempio nell’autorevole GRADIT, ma non compare nello Zingarelli 2019″.
Coletti prosegue con la spiegazione di come è nata questa costruzione sintattica, “probabilmente dall’assordimento nel verbo semplice del composto causativo fare + sedere, […] una procedura sintetica che riguarda da tempo anche altri verbi di moto […] che in molti italiani regionali (non solo meridionali), ammettono, specie all’imperativo, il complemento oggetto”. Dunque trattasi di una costruzione abbastanza diffusa e neppure molto recente: Google books riporta un “siedilo sopra una poltrona damascata” in un testo edito a Cremona nel 1865 (N.F., Memorie storiche della Colonna Mantovana nella guerra d’indipendenza 1848-49).
Coletti arriva quindi a rispondere ai lettori: “È lecita allora la costruzione transitiva di sedere? Si può rispondere di sì, ormai è stata accolta nell’uso. Non vedo il motivo per proibirla e neppure, a dire il vero, per sconsigliarla”. Però c’è un “ma”: “Certo è problematico – continua la nota – definirla transitiva perché la prova di volgere il verbo al passivo non sembra per ora reggere come del resto non regge per altri verbi in costruzione transitiva non passivabile (per esempio si può dire ho dormito un lungo sonno ma non *un lungo sonno è stato dormito da me). Diciamo insomma che sedere, come altri verbi di moto, ammette in usi regionali e popolari sempre più estesi anche l’oggetto diretto e che in questa costruzione ha una sua efficacia e sinteticità espressiva che può indurre a sorvolare sui suoi limiti grammaticali”.
Ricapitolando: un conto, allora, è l’uso che si fa di queste espressioni, in determinati contesti (soprattutto parlati), un altro è la grammatica e la “regola”. Costrutti di questo tipo a scuola continueranno ad essere un errore “blu” da correggere senza dubbio alcuno, come ha sottolineato l’account Twitter dell’Accadamia della Crusca, cercando di chiarire. A un utente che chiedeva: “E’ corretto o no ‘escimi il cane’?”, la risposta è stata: “Per la norma da insegnare a scuola no, negli italiani regionali e nell’italiano è ampiamente usato. Ma il punto è che si tratta di una non-notizia: è sempre stato così”.
Da parte dell’Accademia quindi, come abbiamo già spiegato sopra anche noi di SulPezzo.info, non c’è stato quindi nessun sdoganamento, nessuna concessione a costrutti scorretti e, di conseguenza, nessuna marcia indietro a precedenti dichiarazioni. Tra l’altro, il titolo stesso dell’interno di Coletti (“Siedi il bambino! No, fallo sedere!”) orientava già “sulla scelta migliore”.
A porre fine alla querelle è stato lo stesso presidente della Crusca, Claudio Marazzini, tramite l’Agi: “No, su ‘scendere il cane’ l’Accademia della Crusca non ha cambiato idea”. Divertito dal “moto di entusiasmo e dalla grande soddisfazione” con cui i “parlanti” che usano i verbi di moto in modo transitivo “hanno visto promuovere un errore tipico a tendenza di interesse, ma non bisogna dimenticare che resta estraneo a un italiano formale sorvegliato e di livello alto”. Poi conclude: “Certo non si sono riuniti tutti gli accademici per deliberare ma su una cosa gli insegnanti devono stare tranquilli: potranno continuare a correggere gli studenti che scrivono ‘esci la sedia’.
Chiaro, quindi: almeno nel linguaggio colloquiale – e solo in quell’occasione – queste espressioni si possono usare senza essere troppo bacchettati. Impossibile per l’italiano scritto.