Foggia, finto monaco dice messa e confessa fedeli: scoperto e interdetto
BARI – Si è spacciato per monaco benedettino – nonché prete – e ha celebrato messa, oltre a confessare alcuni fedeli. L’episodio è accaduto a Torremaggiore, in provincia di Foggia. Ma è stato scoperto e il vescovo della diocesi di San Severo, monsignor Giovanni Checchinato, dopo alcuni accertamenti, ha usato la mano pesante contro l’impostore, al secolo Alessio Prencipe.
“Visto e considerato – scrive il vescovo in una nota – che, il 27 dicembre 2018, ha simulato la celebrazione dell’Eucarestia nella parrocchia di Santa Maria della strada in Torremaggiore e ha ascoltato la confessione di alcuni fedeli, è in corso ‘ipso facto’ nella pena dell’interdetto ‘latae sententiae’ stabilita dal codice di diritto canonico”. E non potrà più ricevere sacramenti. Checchinato ha preso carta e penna per spiegare il contesto: “L’uomo, carpendo la buona fede e traendo in inganno il parroco della chiesa parrocchiale, ha dichiarato di essere monaco benedettino e prete. Inoltre, è stato presentato come assistente spirituale nazionale dell’associazione ‘Laudato Sii’. Informazioni per le quali gli è stata consentita la possibilità di celebrare l’eucarestia”.
Tutto falso, però. Monsignor Cecchinato ha fatto le opportune verifiche e alla fine ha scelto la strada del pugno duro. Prima ha contattato la Curia generalizia dei monaci benedettini sublacensi cassinesi a Roma e poi quelli silvestrini, sempre nella Capitale, dove il sedicente monaco ha detto di essere membro residente. E non solo: ha anche chiesto e ricevuto informazioni dalla Curia diocesana di San Benedetto del Tronto dove Prencipe ha attualmente la residenza e poi ha chiesto notizie anche all’associazione ‘Laudato Sii’. Tutti, in soldoni, hanno risposto picche e il prelato “è giunto alla certezza morale della completa estraneità a tutte queste realtà e all’ordine sacro del signor Prencipe”.
La vicenda si arricchisce di un altro particolare. Sabato 19 gennaio, il finto prete è stato avvicinato a Torremaggiore dal vicario generale e dal cancelliere vescovile della diocesi e, nonostante abbia ancora confermato di essere monaco benedettino e di appartenere alla comunità di Santo Stefano a Roma presso i monaci benedettini Silvestrini, non ha fatto avere – secondo quanto fa sapere la Curia – nessuna prova a supporto delle sue affermazioni. Prencipe, tra l’altro, “non ha presentato il ‘celebret’ che avrebbe potuto smentire il ragionevole dubbio sulla sua ordinazione presbiterale e ha fornito un recapito telefonico inesistente dei suoi presunti superiori”.
“Nella certezza di aver fatto chiarezza sulla questione, nella speranza che situazioni simili non si ripetano – ha concluso monsignor Checchinato – si coglie l’occasione per esortare i fedeli e le comunità parrocchiali ad essere ‘sentinelle’, prima di dar credito a chi si dovesse presentare e/o qualificare come religioso. Inoltre, invito a denunciare all’Autorità ecclesiastica eventuali situazioni anomale che dovessero presentarsi”